Pordenonelegge: venerdì 20 settembre, Ri-scoprire Caterina Percoto
"Rileggere Caterina Percoto oggi. Scritture e riscritture dall’Ottocento a Pier Paolo Pasolini e oltre" a cura di Sergia Adamo, Elisabetta Pozzetto e Jessy Simonini (ed. Forum), presentato a pordenonelegge venerdì 20 settembre (ore 10,30, Auditorium Largo San Giorgio). (Caterina Percoto di Ernesto Mancastroppa)
"E' da queste parti che si compone il raccolto e nobile paesaggio dei racconti della contemporanea dello Zorutti, ma di lui assai più alta, la contessa Caterina Percoto" scriveva Pier Paolo Pasolini contrapponendo ai non amati Zorutti e ’zoruttismo’, l’opera della scrittrice friulana Caterina Percoto (Manzano 1812-1887).
L’occasione per riparlare di questa donna - estremamente moderna per la sua epoca, colta, conoscitrice delle lingue, in corrispondenza con gli intellettuali del suo tempo, amministratrice dell’azienda agricola di famiglia, scrittrice e poetessa più conosciuta e studiata all’estero che in Italia e nel suo Friuli - viene dal volume "Rileggere Caterina Percoto oggi. Scritture e riscritture dall’Ottocento a Pier Paolo Pasolini e oltre" a cura di Sergia Adamo, Elisabetta Pozzetto e Jessy Simonini (ed. Forum), presentato a pordenonelegge venerdì 20 settembre (ore 10,30, Auditorium Largo San Giorgio).
Elisabetta Pozzetto - che con Jessy Simonini condurrà l’incontro - spiega che il volume - una raccolta di saggi e di scritti vari sulla Percoto - nasce su impulso del Premio letterario dedicato dal Comune di Manzano alla scrittrice e da una serie di iniziative collaterali (fra cui un convegno internazionale) condotte in collaborazione con la prof. Sergia Adamo dell’Università di Trieste.
Dai vari scritti raccolti nel volume - fra i quali anche quello della pordenonese Ludovica Cantarutti che la definisce "antesignana della modernità" - emerge il discorso sull’autorialità femminile che può spesso assumere le forme di una rilettura o di una revisione. Revisione di un canone quasi esclusivamente maschile, rilettura di opere dimenticate o studiate solo in parte.
I contributi del volume, partendo da queste essenziali premesse, tentano di proporre nuovi sentieri di ricerca intorno a Caterina Percoto, scrittrice ottocentesca. Muovendosi su temi poco affrontati - l’attività ispettiva nei collegi, l’epistolario, i ’raccontini’ -, e sulla ricerca di nuove prospettive - il confronto con George Sand, la radio, il femminismo anni ’70 -, oltre al parallelo fra il progetto di scrittura percotiano, vi è quello di un grande autore friulano del Novecento come Pasolini.
Pozzetto evidenzia un aspetto avulso dalla scrittura, ma importante per capire l’apertura mentale della Percoto: come ispettrice ministeriale nei collegi femminili del Triveneto, stilò delle relazioni che sono vere indagini sociologiche e "ancor oggi le cose andrebbero meglio se si applicassero anche solo in parte le indicazioni di Percoto".
N.Na
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