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Pordenonelegge, 22 settembre: libro editoriali su "Il Popolo" di don Bruno Cescon "con la stola e col grembiule"

Lo scrive il presidente Ungaro: "Sfogliando le pagine del volume che raccoglie 20 anni di scritti di don Bruno Cescon su "Il Popolo", mi è quindi venuto naturale ritrovare nel suo impegno giornalistico l’espressione più genuina di due immagini care a mons. Tonino Bello che di quella Chiesa pugliese fu troppo poco a lungo vescovo: il grembiule e la stola"

Pordenonelegge, 22 settembre: libro editoriali su "Il Popolo" di don Bruno Cescon "con la stola e col grembiule"

Mi è capitato di ricevere in redazione "Fondi e affondi. 20 anni di editoriali di un sacerdote, giornalista e filosofo" nei giorni in cui stavo preparando un testo di saluto per il secolo di vita del settimanale "Luce e Vita" della diocesi di Molfetta - Ruvo - Giovanizzo - Terlizzi.
Sfogliando le pagine del volume che raccoglie 20 anni di scritti di don Bruno Cescon su "Il Popolo", mi è quindi venuto naturale ritrovare nel suo impegno giornalistico l’espressione più genuina di due immagini care a mons. Tonino Bello che di quella Chiesa pugliese fu troppo poco a lungo vescovo: il grembiule e la stola.
Due elementi che hanno permeato la direzione di don Bruno ma, prima ancora e contemporaneamente, il suo ministero sacerdotale.
Il richiamo al grembiule lo si può cogliere nel suo modo di essere giornalista e vivere un giornalismo di prossimità.
Nel tempo dell’intelligenza artificiale, oggi è ancora più importante che i comunicatori consumino la suola delle proprie scarpe (come ci ha ripetutamente ricordato papa Francesco) per incontrare le storie delle persone nei luoghi dove queste vivono, lavoro, trascorrono la loro quotidianità.
Questa prossimità era, per don Cescon, elemento fondamentale di un giornalismo inteso come espressione di carità culturale in quanto servizio all’uomo.
I suoi editoriali sono sempre concreti, radicati nella vita della Chiesa e del Pordenonese, anche quando lo sguardo si allarga ad abbracciare la Chiesa universale o riguardano avvenimenti di interesse mondiale: la cultura - e lui lo ricordava sempre - è qualcosa che interessa ogni espressione della vita dell’uomo e come tale non può essere relegata in un angolo.
E questo intendere la penna come strumento di servizio, gli ha sempre permesso una "cortesia di linguaggio" in cui, riga dopo riga, pagina dopo pagina, traspare fondamentale l’apertura e la ricerca del confronto e del dialogo senza mai ricorrere all’innalzamento di muri o ad una sterile polemica fine a se stessa.
Ma il richiamo al grembiule non avrebbe avuto senso, per lui, senza quello alla stola: rileggendo i suoi editoriali non è possibile non cogliere il suo impegno di essere giornalista sacerdote, impegnato a servire il "popolo di Dio in cammino nella storia del Pordenonese".
E se il territorio non lo intendiamo tanto come un luogo geografico e fisico ma quanto come il luogo teologico in cui la Chiesa è chiamata a vivere il mandato ribadito da Gaudium et Spes 1.1., comprendiamo fino in fondo l’importanza ed il senso di un giornalismo come quello vissuto ogni giorno da don Bruno e che ha sempre saputo essere ministeriale facendosi esso stesso diakonia informativa per costruire quella carità culturale così necessaria e fondamentale nel nostro Paese.
Mauro Ungaro
Presidente Fisc
Direttore Voce Isontina

Pordenonelegge, 22 settembre: libro editoriali su "Il Popolo" di don Bruno Cescon "con la stola e col grembiule"
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