25 novembre: Questo non è amore
La Polizia di Stato contro la violenza sulle donne. I dati per Pordenone: gli ammonimenti da 8 a 33 dal 2018 al 2020; violenza domestica da 13 a 22 casi
Nell’ambito delle iniziative della Polizia di Stato finalizzate a far emergere e contrastare il fenomeno della violenza sulle donne, denominata “…Questo non è amore” e della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, si tramette l’allegato opuscolo informativo realizzato per l’occasione dalla Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
L’azione di prevenzione della Polizia di Stato, oltre a rispondere alle richieste di soccorso e ad occuparsi dei fatti reato, offre un servizio di informazione, sensibilizzazione ed aiuto sui temi del contrasto alla violenza di genere, anche per l’emersione del “sommerso”, con l’obiettivo della tutela della donna da violenze fisiche, psicologiche, verbali ed economiche.
Al riguardo, l’intervento repressivo assume il carattere di “extrema ratio”, poichési concretizza solo laddove gli strumenti preventivi non abbiano avuto efficacia.
In tale contesto un fondamentale strumento operativo è il potere di ammonimento del Questore poiché può essere adottato anche nei casi che costituiscono l’anticamera di fattispecie più gravi, anticipando in questo modo la soglia di tutela.
Va sottolineata, infine, l’importanza dell’utilizzo degli strumenti tecnologici e “social”, come la diffusione dell’APP “YOUPOL” e la collaborazione dei Servizi Sociali, dei Centri Antiviolenza e dei Presidi Ospedalieri presenti nel territorio.
Reati e Misure di Prevenzione nella Provincia di Pordenone
Reati |
Gennaio - Settembre 2019 |
Gennaio - Settembre 2020 | |
Atti persecutori |
42 |
25 | |
Maltrattamenti contro familiari e conviventi |
47 |
15 | |
Violenze sessuali | 24 | 9 |
Misure di Prevenzione | Anno 2018 | Anno 2019 | Anno 2020 (agg. 24 novembre) | |
Ammonimento ex art. 8 D.L. 11/2009 ..nelle situazioni di stalking |
8 | 22 | 33 | |
Ammonimento ex art. 3 D.L. 93/2013 ..per condotte di violenza domestica |
13 |
17 |
22 |
I dati appena sopra evidenziati concernenti gli episodi di violenza contro le donne hanno fatto registrare, in ambito provinciale, nel corrente anno una riduzione dei reati denunciati.
L’attività di repressione degli atti persecutori, dei maltrattamenti contro famigliari e conviventi, delle violenze sessuali, in applicazione del cosiddetto “Codice Rosso”, vede il costante impegno del personale della Divisione Polizia Anticrimine e della Squadra Mobile della Questura di Pordenone sotto l’egida e la direzione investigativa della Procura della Repubblica del capoluogo.
Parimenti è stata incrementata l’ altrettanto fondamentale e determinante attività di prevenzione che si estrinseca attraverso l’adozione del provvedimento di Ammonimento del Questore.
Infatti il triennio in esame 2018-2019-2020, evidenzia come nel corrente anno siano stati già adottati dal Questore della Provincia di Pordenone 33 ammonimenti ex art. 8 D.L. 11/2009 e 22 ammonimenti ex art. 3 D.L. 93/2013 per un totale di 55 ammonimenti con un incremento del 160% rispetto all’anno 2018 e del 40% rispetto all’anno 2019.
IL PUNTO: UN ANNO DI CODICE ROSSO. REATI SPIA E FEMMINICIDI CAMPAGNA “QUESTO NON È AMORE”. APP YOUPOL
“La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale. E’ una tematica complessa che rimanda ad un impegno corale. Gli esperti parlano di approccio olistico, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali, dalle Istituzioni, alla scuola, alla famiglia”. Con queste parole del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, si apre la pubblicazione realizzata dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.
L’obiettivo è quella di fornire un’analisi specifica dei dati disponibili provenienti da tutte le forze di polizia perché “ogni strategia complessa, che risente peraltro di retaggi culturali completamente superati, di stereotipi e pregiudizi, deve fondarsi su di un’approfondita conoscenza delle problematiche, basata su di un solido patrimonio informativo”, sottolinea Vittorio Rizzi, alla guida della Direzione centrale della polizia criminale che ha preparato la pubblicazione.
I dati sono anzitutto quelli relativi ad un primo bilancio ad un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 9 agosto 2019, del cosiddetto “Codice Rosso”, legge 19 luglio 2019, n.69, che ha introdotto nuovi reati e ha perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.
Dei quattro delitti di nuova introduzione, quello che ha fatto registrare più trasgressioni (1.741 dal 9 agosto 2019 all’8 agosto 2020), spesso sfociate in condotte violente nei confronti delle vittime, è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare (art. 282-bis cpp) o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (282-ter cpp) o la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare (ar. 384-bis cpp). Le regioni dove si sono registrate più violazioni sono la Sicilia, il Lazio ed il Piemonte.
11 reati in un anno relativi al delitto di costrizione o induzione al matrimonio (art. 558-bis cp), altra figura introdotta dalla legge 69/2019 e volta a contrastare il fenomeno dei cosiddetti matrimoni forzati e delle spose bambine: il 36% delle vittime è risultato minorenne.
Il reato di deformazioni dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso di nuova introduzione (art. 583-quinquies cp) prevede l’ergastolo se dal fatto consegua un omicidio. Dei 56 casi denunciati, il 76% hanno riguardato vittime di sesso maschile e gli autori sono al 92% uomini: segno che tali fattispecie si riferiscono ad ipotesi di reato prima inquadrate nel delitto di lesioni personali gravissime di cui all’art. 583, comma 2, n.4 (abrogato dalla l. 69/2019) e non riconducibili alle dinamiche uomo/donna.
Ultimo reato introdotto dalla l. 69/2019 è la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, cosiddetto revenge porn (art. 612-ter cp). Dei 718 reati denunciati, l’81% hanno riguardato vittime di sesso femminile (per l’83% maggiorenni e per l’89% italiane), episodi distribuiti nell’anno con un andamento altalenante e un picco nel mese di maggio con 86 fattispecie. La regione che registra più denunce è la Lombardia, seguita da Sicilia e Campania.
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