1° Maggio: un bilancio secondo Agrusti, presidente Confindustria
Serve un nuovo Recovery fund comunitario tarato sulla crisi economica e, per questo, alla Regione chiedo di varare una sorta di ’gabinetto di guerra’ ". E’ quanto dichiara Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, in occasione della festività del 1° Maggio.
Serve un nuovo Recovery fund comunitario tarato sulla crisi economica e, per questo, alla Regione chiedo di varare una sorta di ’gabinetto di guerra’ ". E’ quanto dichiara Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, in occasione della festività del 1° Maggio. "Quanto ai ristori, questi vanno garantiti alle aziende che soffriranno maggiormente, ma dobbiamo concentrarci anche sul tema dell’energia. In passato non abbiamo voluto realizzare i rigassificatori a Trieste e Monfalcone e adesso, i tre attivi sul territorio italiano, sono ben poco utili. Vanno semplificate le procedure burocratiche puntando su ogni tipologia di fonte energetica, compreso il fotovoltaico. Il tutto, tra l’altro, nella speranza che i partiti, finalmente, non si mettano di traverso su questioni come la realizzazione dei nuovi termovalorizzatori oppure le centrali a biomassa".
Confindustria Alto Adriatico si concentra su un altro punto e cioè la produzione di energia. "La Regione deve essere in grado - evidenzia Agrusti - di varare una propria politica energetica interna, per quanto di competenza. Continuiamo a pagare il conto di alcuni vergognosi "no" pronunciati nel recente passato ed è per questo che chiedo alla giunta di cambiare passo varando linee di incentivo per il fotovoltaico, puntare sui termovalorizzatori e sulle centrali a biomasse".
Non basta tagliare le accise, a giudizio di Agrusti, che incidono per il 5-6% sul prezzo. "Chiediamo invece la totale abolizione dell’Iva sulla differenza della bolletta di oggi rispetto a quella del 2019. È un surplus in parte speculativo, in parte dovuto all’eccesso di domanda, in parte alla situazione geopolitica, ed è evidente che è un’entrata inattesa per lo Stato".
Confindustria Alto Adriatico "è solidale con l’Ucraina, senza se, senza ma, e siamo disposti a fare la nostra parte dei sacrifici. Però chiediamo che l’insieme dell’Europa sia solidale con i paesi più esposti sul versante delle sanzioni". Quello che si chiede è un "Recovery plan sulla crisi della guerra, perché io ritengo che questa situazione sia addirittura più pesante di quella della pandemia". Guardando ai notevoli investimenti che le imprese del Friuli Venezia Giulia hanno in Ucraina e Russia, anche se forse non saranno persi, perché "dipende da quanto dura questa crisi - precisa Agrusti -, bisogna considerare che il mondo e i commerci non saranno quelli di prima. Il mondo si dividerà tra l’area delle democrazie e quella degli autocrati e delle dittature: la saldatura tra Cina e Russia è un elemento che rischia di diventare strutturale. E le pretese russe non finiscono con l’Ucraina. Questa sarà una stagione che durerà parecchio. Dall’altra parte le filiere lunghe del valore erano già state messe in crisi dalla pandemia: da questa vicenda avranno una botta mortale".
Maurizio Pertegat
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