Chions, tornano a suonare la campane
Dopo un lungo periodo di forzato silenzio per i lavoro di restauro del campanile
Le campane di Chions hanno fatto risentire la loro voce nella giornata di sabato 9 maggio dopo un lungo periodo di silenzio. I lavori di restauro del campanile risalivano al mese di settembre dello scorso anno e avrebbero dovuto terminare i primi giorni del mese di marzo. Era stata già fissata la data di quando le campane avrebbero dato i primi rinnovati rintocchi, era domenica 8 marzo, in occasione dell’annuale cerimonia a ricordo dei tanti soldati morti causati dal siluramento della Nava Galilea, avvenuto il 29 marzo 1942, per opera della Marina inglese. La cerimonia fu annullata a causa dei restringimenti imposti dall’epidemia di Corona Virus ed anche il cantiere del campanile fu lasciato in sospeso.
La ripresa dei lavori è avvenuta dopo la seconda quindicina di aprile quando fu lasciata la libertà all’impresa Comin, ditta aggiudicatrice dei lavori di ritornare a ripristinare il cantiere che era stato interrotto e sospeso.
L’intervento di restauro del campanile, che è distante 25 metri dall’attuale chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio Martire la cui particolarità e quella di non essere parallelamente allineato, si è reso necessario ed improrogabile perché l’edificio presentava molteplici segnali di deterioramento causati dalla vetustà, dagli eventi atmosferici e ad errori sulle strutture portanti delle campane. La segnalazione di pericolosità era stata più volte fatta presente dalla ditta Comin, incaricata per la manutenzione ordinaria dell’impianto campanario, ed un successivo sopralluogo da parte dei tecnici aveva confermato la necessità di un pronto intervento per la messa in sicurezza a salvaguardia soprattutto della pubblica incolumità e di un o storico edificio.
Del campanile non ci sono documenti che permettono di risalire all’anno di costruzione, ma gli elementi strutturali e la datazione della costruzione della chiesa lo fanno datare nel quindicesimo secolo, stesso anno dell’edificazione del sacro edificio. L’altezza del campanile, dal rilevato stradale alla sommità della cuspide è di 32 metri e 75 centimetri, la torre campanaria vera e propria misura 21 metri e 85 centimetri. La cella campanaria è alta 3 metri e 30 centimetri, e sottostante vi è un orologio a quadranti ben visibile dalla gran parte del centro del paese. La base è di un quadrato di 4 metri e mezzo ed e in laterizio che si assottiglia in altezza e, per raggiungere la torre campanaria, c’era una scala in legno ammalorata e marcia in alcuni parti che permetteva la salita per le ordinarie manutenzioni di campane e orologio.
La parte maggiormente interessata a un primo lotto di lavori è stata quella relativa alla cella campanaria.
Infatti la parte più critica e pericolosa era nell’incastellatura che teneva in sospeso le campane addossandone il peso alla cuspide, la parte più debole dell’edificio. Le stesse quattro campane, la grande Maria, la mediana Giorgia, la piccola Lucia ed il sonello risultavano essere sovradimensionate per il campanile che le ospita. La caduta del battocchio di una delle campane di qualche anno fa, fortunatamente rimasto sul pavimento della cella campanaria, aveva urtato la struttura portante rendendola molto più fragile, tant’è che era stata presa la decisione di diminuire il tempo dello scampanio di tutte le campane.
Il consiglio degli affari economici della parrocchia con i parroci che si sono succeduti, hanno preso la decisione di intraprendere i costosi lavori di restauro quando ci fosse stata la certezza di un finanziamento.
Il progetto, redatto dallo studio IN.TE.CO. di Pordenone, prevedeva due fasi di lavoro, la prima quella già realizzata, per l’importo complessivo di 150 mila euro ed una seconda per ulteriori circa 200 mila euro che comprenderebbe il restauro di tutto l’esterno con la pulizia, stuccatura e sigillatura, la realizzazione di un impalcato sopra le campane per farne una cassa armonica per migliorare la risposta acustica del suono.
I lavori della prima fase, ultimati questo mese di maggio, hanno riguardato una nuova collocazione delle campane abbassate e sospese ad un nuovo castello che poggia sulle quatto basi della cella campanaria, un nuovo impianto elettrico con l’illuminazione notturna della cella campanaria, i nuovi impalcati e scale in legno con un corrimano in acciaio per tutta l’altezza della torre ed infine un nuovo impianto parafulmine posizionato in cima la cuspide.
Il contributo della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) con la destinazione dell’otto per mille unitamente a quello della Regione Friuli Venezia Giulia copriranno oltre il novanta per cento del totale dei lavori, il restante importo pari a circa 12 mila euro rimarrà a carico della parrocchia.
"Sentiremo le ore battere di nuovo, le campane suonare per le celebrazioni, il suono della mattina di mezzogiorno e della sera e alle 16.30 di ogni sabato, per avvisarci che siamo entrati nella festa della domenica" così il parroco don Luca ha comunicato sabato 9 maggio nel bollettino Le Voci la fine del silenzio. Con la speranza che, come dopo la prima guerra mondiale il paese di Chions ha provveduto a riacquistare nuove campane, dopo che le precedenti furono destinate alla fusione per farne armi da guerra, così la loro rimessa in funzione sia da auspicio per la fine di questa guerra alla pandemia mondiale.
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