Museo diocesano di Pordenone: completati i lavori di riqualificazione
Il Museo era giunto a saturazione degli spazi espositivi, ora ampliati. Sono stati anche creati accessi più comodi e idonei a disabili, oltre ad adeguamenti impiantistici. L’intervento è stato possibile grazie ad un importante contributo della Fondazione Friuli
La sede espositiva, parte del Centro Diocesano di Attività Pastorali progettato nel 1984 dal celebre architetto Othmar Barth, è stata oggetto negli ultimi anni di importanti interventi di ampliamento e valorizzazione che consentiranno di poter arricchire il Museo con nuove esposizioni permanenti e temporanee.
Un progetto di alto profilo realizzato grazie ad un contributo straordinario assegnato nel 2017 dalla regione (LR 37/2017, art. 7, commi 2 - 6) e al sostegno della Fondazione Friuli accordato alla Diocesi di Concordia-Pordenone nell’ambito dei Bandi Restauro 2019 e 2020.
I lavori, iniziati nel 2018 e conclusi nel 2022, sono stati eseguiti dalla ditta VRC, Veneziana Costruzioni di Gruaro, e dall’impresa Grimel S.r.l. di Fontanafredda, con la direzione lavori dell’arch. Igor Alzetta, progettista, e del geom. Mattia Badin.
Diverse le condizioni che hanno reso necessario ed opportuno l’intervento. Gli spazi del museo si presentavano infatti oramai saturi ma soprattutto manifestavano serie criticità, in primis la totale assenza del superamento delle barriere architettoniche, che purtroppo impediva l’accesso al piano interrato e di fatto la fruizione di alcune sezioni, segnatamente quella della quadreria, delle suppellettili, dell’argenteria sacra, dei paramenti e degli ex voto.
L’ipotesi per un possibile ampliamento si presentò nel 2016 allorché lo spostamento della Biblioteca diocesana nell’ala ristrutturata del Seminario, liberò diverse sale. Gli ambienti, oltre all’adeguamento per il cambio d’uso, abbisognavano però, dopo oltre trent’anni dalla costruzione del complesso, di un generale adeguamento tecnico impiantistico per rispondere alle normative vigenti. La fortunata congiuntura con la manovra di assestamento regionale del 2017 permise di intercettare le risorse necessarie per dar seguito all’intervento.
Il risultato, sobrio ed elegante, è quello che possiamo ammirare. All’opera di Barth - uno degli esempi di architettura moderna di maggior rilievo della Città - si innestano nuovi volumi che dialogano con quelli esistenti in maniera complementare ed indipendente anche grazie all’uso del vetro e di materiali contemporanei. Accostarsi con grande rispetto all’opera del maestro altoatesino, riprenderne le logiche compositive e i linguaggi, sono state le linee che hanno guidato l’arch. Alzetta nella stesura del progetto.
Gli interventi hanno riguardato la riorganizzazione degli spazi esterni ed interni, nuovi accessi e servizi per disabili, scale di sicurezza, adeguamenti impiantistici e non ultimi interventi di adeguamento strutturale.
Il museo può ora contare su un nuovo ingresso indipendente al quale si accede da una gradonata e da una rampa che, discendendo, abbracciano l’edificio superando lo scarto di quota sino al livello interrato. Il suggestivo anfiteatro così creato in seno al declivio verso il Noncello potrà ospitare attività ed eventi all’aperto.
Ad accogliere i visitatori sulla soglia del vestibolo lo stemma in mosaico di Sua Eccellenza il vescovo Giuseppe Pellegrini che ha sostenuto e promosso l’intervento coordinato dall’economo diocesano dott. Giorgio Ros.
Ampia e luminosa la nuova galleria si presenta a doppia altezza con balconata semicircolare. Uno spazio neutro e flessibile che raduna diverse funzioni, reception, mostre e allestimenti temporanei, con la possibilità di eventi culturali e attività didattiche in genere. Un nuovo vano scala con ascensore raccorda funzionalmente questi i locali con il vecchio museo per un totale, tra piano interrato e piano primo, di quasi 600 mq.
Il programma dei lavori ha previsto anche una revisione ed integrazione dei layout espositivi. Su questo specifico fronte l’incarico è stato affidato alla ditta Theke Dform S.r.l. di Pasiano di Pordenone ed alla sensibile professionalità di Michele Filippi, già curatore di allestimenti di rilievo nazionale.
L’azione intrapresa offrirà così la possibilità di ammirare, oltre alle collezioni di affreschi, dipinti su tavola e tela, sculture lignee e in pietra, argenteria, disegni e stampe e paramenti liturgici già presenti - e che spaziano a dai secoli VI-VII sino alle contemporaneità con opere di artisti come Pomponio Amalteo, il Calderari, Palma il Giovane, Antonio Carneo e Michelangelo Grigoletti - anche altre opere d’arte sacra che da tempo attendevano una giusta valorizzazione.
A titolo esemplificativo una nuova sezione consentirà finalmente di rendere fruibile il Tesoro di San Marco, preziosa testimonianza di oreficeria legata al duomo cittadino. Uno spazio congruo sarà dedicato al Tessile Sacro, ampliando l’esposizione esistente dei paramenti di pregio ed esponendo quanto è ad oggi custodito in deposito. Altra sezione, con la cura scientifica di mons. Bruno Fabio Pighin, verrà dedicata alla figura del cardinal Celso Costantini, rendendo giusto omaggio ad uno dei personaggi più illustri della storia quasi bimillenaria della diocesi di Concordia-Pordenone. Anche per questo l’allestimento ha potuto contare sulla collaborazione con il sodalizio "Amici del cardinale Celso Costantini".
Dopo gli ultimi interventi di finitura e completamento i nuovi spazi espostivi verranno restituiti nei prossimi mesi alla comunità per un’esperienza di visita che si profila ancora più ricca, significativa ma soprattutto accessibile a tutti.
Il Museo di Arte Sacra di Pordenone - inaugurato ufficialmente nel 1995 e salutato come traguardo importante per la conservazione, la tutela e la promozione di quel grande patrimonio d’arte testimone, nelle sue molteplici espressioni creative, della comunità cristiana di Concordia nei secoli - si rinnova fedele alla sua vocazione come riferimento, risorsa culturale e catechetica. Un servizio che si svela attraverso quella particolare materia plasmata dall’ingegno umano, dove la verità della fede e la bellezza dell’arte si fondono con sublime efficacia per interrogare, oggi come ieri, l’uomo al mistero di Dio unico autore di Bellezza.
Fabio Cristante
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