Il Vescovo in merito al protocollo Governo - cei sulle celebrazioni
"Sono molto contento della decisione di permettere le celebrazioni con il popolo a partire da lunedì 18 maggio. Mi sento anche di ringraziare particolarmente tutte le persone che si sono impegnate perché si potesse giungere alla celebrazione con il popolo dei sacramenti"
Sono molto contento della decisione di permettere le celebrazioni con il popolo a partire da lunedì 18 maggio, nel pieno rispetto delle indicazioni ministeriali per il contenimento della diffusione del virus. Mi sento anche di ringraziare particolarmente tutte le persone che si sono impegnate perché si potesse giungere alla celebrazione con il popolo dei sacramenti: è una grande gioia tornare a celebrare l'Eucaristia e gli altri sacramenti come comunità cristiana. Gioia per i pastori, ma anche gioia per tutto il popolo di Dio. Mi sembra opportuna, però, una considerazione: in questi due mesi di digiuno eucaristico e di lontananza, abbiamo sostenuto la nostra fede con la preghiera personale e in famiglia, grazie al supporto prezioso e indispensabile de i mezzi della comunicazione - sia la stampa ma anche la comunicazione tramite streaming, YouTube e televisione. Vi ringrazio di cuore per questa vicinanza e per tutto quello che si sta facendo.
Spero che questo tempo, sia stato per tutti noi anche un'opportunità per riflettere sul significato più vero e più profondo della nostra fede e dell'incontro con Gesù. L'assenza della presenza di Cristo nelle celebrazioni e nella vita della comunità, spero ci abbia aiutati ad aumentare il desiderio di incontrarci come comunità e ad accogliere la presenza viva di Gesù nell'Eucaristia e nei sacramenti. Tale opportunità ci permette di riscoprire che il centro della nostra fede è l’incontro con il Signore Gesù, l’unione con Lui, l’essere in relazione profonda con Lui, presente nel nostro cuore. C'è un aforisma, che Domenico Modugno ha cantato, usando un sinonimo dell’assenza: “La lontananza sai, è come il vento, spegne i fuochi piccoli ma accende quelli grandi”. Significa, dunque, che questa lontananza ci potrà essere di aiuto nella misura in cui avremo un cuore grande, capaci di sviluppare un cuore che sa amare veramente il Signore e amare i fratelli come ha fatto Lui. Gesù, durante l’ultima cena, aveva detto ai suoi discepoli: “E’ bene per voi che io me ne vada perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito” (Giovanni 16,7).
Ci stiamo avvicinando alla Pentecoste (31 maggio): preghiamo perché lo Spirito Santo ci illumini e ci aiuti a riscoprire sempre di più la bellezza e la gioia dell'incontro con il Risorto, con Gesù vivo e presente che ci dona il suo spirito. Mi auguro, infine, che questa opportunità favorisca ancora di più nelle nostre comunità cristiane un’attiva partecipazione alle celebrazioni feriali e domenicali dell'Eucarestia.
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