Celebrato il patrono e consegnate le prime medaglie di santo Stefano
Celebrato in cattedrale Santo Stefano. Insigniti: Giovanni Battista Cattaneo, Alberto Patron e Giovanni Strasiotto
Presieduta dal cardinal Leonardo Sandri - prefetto delle Chiese orientali e decano del collegio cardinalizio -, martedì 3 agosto, nella cattedrale di Concordia, si è celebrata la solennità, per il rinvenimento delle reliquie di Santo Stefano, primo martire, patrono principale della diocesi e titolare della cattedrale.
Accolto dal vescovo diocesano Giuseppe Pellegrini, affiancato dal vescovo Livio Corazza, già parroco in questa comunità; con una rappresentanza di presbiteri, variamente rappresentati per età. Il tempio era gremito di fedeli, con le autorità. Guidava i canti il Coro della Cattedrale, col maestro Michele Franco; all’organo Daniele Toffolo.
Il vescovo Pellegrini ha salutato il card. Sandri, sottolineando l’universalità della Chiesa - latina ed orientale -; ha affidato alla sua attenzione il cammino sinodale in corso, pregandolo di porgere un saluto a Papa Francesco, col quale il cardinale è in contatto.
All’omilia, accanto al dono del martirio e della testimonianza di Stefano, il cardinale ha posto in risalto i molteplici doni, condivisi nella diocesi stessa, che si estende dal mare ai monti; rallegrata, di recente, da sei nuove vocazioni presbiterali; con le figure esemplari, dal Beato Odorico da Pordenone, a quella più recente del cardinal Costantini; dall’impegno a riorganizzare la vita della diocesi per vivere il Vangelo, sotto il segno della Grazia.
Ha invitato, riprendendo le parole di Giovanni Paolo II, "ad essere quello che dovete essere, mettendo a fuoco il mondo intero", lasciandosi scuotere dall’autenticità, manifestata dallo stesso Stefano. Lo ha affiancato alla figura di Saulo, la "roccia", che si è lasciata permeare dallo stile di vita, incarnato da Stefano.
Rivolgendosi ai numerosi laici presenti, li ha incoraggiati a vivere con esemplarità la propria identità, manifestando vicinanza a Vescovi, Sacerdoti e Diaconi.
Nelle preghiere dei fedeli, col ritornello che invitava ad essere fedeli testimoni della Parola, si è pregato per il Papa, il Cardinale, i Vescovi, i Diaconi, i Governanti e per i Giovani, in ricerca della propria vocazione.
PREMIO SANTO STEFANO
Al termine della messa per la solennità del patrono diocesano Stefano, S.E. mons. Giuseppe Pellegrini ha insignito della prima "Medaglia di S.Stefano" tre figure meritevoli della nostra Diocesi: Giovanni Battista Cattaneo, Alberto Patron e Giovanni Strasiotto.
Tale onorificenza, voluta e istituita dal Vescovo Giuseppe, vuole essere "un segno di riconoscenza a quanti hanno giovato alla Chiesa Diocesana e un segno di benemerenza", inteso a sottolineare il contributo dato in vari ambiti della vita sociale, culturale ed ecclesiale al servizio della comunità. Dalle segnalazioni pervenute e sentito il parere del Consiglio Episcopale, la medaglia, sotto forma di distintivo, accompagnata da un attestato con le motivazioni è stata assegnata a tre persone benemerite.
Giovanni Battista Cattaneo, classe 1937, originario di Vicenza e pordenonese di adozione, vicepresidente e poi presidente dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero (2002-2020), socio fondatore dell’Associazione Card. Celso Costantini. Al quale al termine della cerimonia abbiamo carpito un sentimento da condividere: "Provo una grande emozione, è il minimo che un cristiano può fare".
Alberto Patron, musicista, nato a Pordenone nel 1969, laureato in alta composizione al "Pollini" di Padova, ha insegnato in varie università degli U.S.A. ed ha vinto premi prestigiosi, tra cui il premio Mahler. Per oltre trent’anni è stato organista nella parrocchia di S.Giorgio ed è autore di libri di canto e musica sacra. Un talento, come compositore ed esecutore, che ha messo anche al servizio delle celebrazioni liturgiche. Anche per lui "una estrema commozione, un riconoscimento inaspettato e graditissimo".
Giovanni Strasiotto, nato nel 1936, è sempre vissuto a Pravisdomini, dove è stato per molti anni sindaco; appassionato cultore e studioso della storia locale e delle vicende del clero diocesano, ne ha fatto materia per varie collaborazioni e pubblicazioni, a partire dal settimanale diocesano, per cui tuttora scrive. Suoi sono i due volumi che raccolgono i profili di oltre un centinaio di sacerdoti vissuti nel secolo scorso. Anch’egli commosso, ci ha comunicato questo messaggio: "Ringrazio per questa attestazione che vorrei dedicare ai sacerdoti che tanto hanno dato alla nostra Chiesa".
Leo Collin
Ada Toffolon
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