Puer Natus, canti in culla dagli Appennini al mare
Domenica 4 dicembre alle 16 in Duomo a Pordenone, in occasione del Festival di Musica Sacra, il viaggio nel repertorio dei canti dedicati al Figlio nelle tradizioni musicali
Un viaggio nel repertorio dei canti dedicati al Figlio nelle tradizioni musicali, dagli Appennini al Mare: Canti di culla, frutto del lavoro di ricerca di due gruppi attivi al nord e al sud Italia. Un concerto che attinge da documenti sonori che spaziano dal repertorio del Monastero di Bobbio fino all’Etna, la Muntagna al centro del Mediterraneo, e che attraversano gli Appennini delle Quattro Province e della penisola calabrese, in un itinerario dal Medioevo alla ricerca etnomusicologica del XX secolo: questa la prossima proposta della 31^ edizione del Festival di Internazionale di Musica Sacra, per il concerto “Puer natus” – che riprende il tema 2022 del festival, ‘Filius’ - in programma domenica 4 dicembre, alle 16, nel Duomo Concattedrale di San Marco a Pordenone, in coproduzione tra le associazioni “Presenza e Cultura” di Pordenone, “AreaSud” di Catania e “Le Vie del Sale” di Piacenza. Protagonisti saranno sei musicisti diversi per geografia, ma simili per passioni: artisti che percorrono il canto d’amore per eccellenza, alla ricerca delle caratteristiche comuni nel tempo e nello spazio. Sono Marco Carnemolla contrabbasso e basso acustico, Maurizio Cuzzocrea voce, chitarra battente e chitarre, Carlo Gandolfi piffero, piva e zampogne, Franco Guglielmetti fisarmonica, Mario Gulisano percussioni e scacciapensieri, Maddalena Scagnelli voce, violino e salterio. Il programma si aprirà con un brano della tradizione, Gesù Bambin l’è nato, e proseguirà con vari Antifonari di Bobbio, fra i quali appunto il Puer natus (Manoscritto F.I.4 Antifonario di Bobbio), quindi Dormi dormi (tradizionale) e frag li altri Fermarono i cieli (Alfonso Maria de' Liguori, Napoli, 1696 – Nocera dei Pagani, 1787) e La siminzina (tradizionale siciliano), per chiudere con I tradizionali Pastorale calabrese e Novena di Natale. Un itinerario non solo nello spazio ma anche nel tempo, dal Medioevo alla ricerca etnomusicologica del XX secolo. La scelta degli strumenti, colti e popolari, rappresenta il desiderio dei musicisti di superare le separazioni per generi musicali. Le voci maschili e femminili intrecciano melodie e lingue, latino e dialetto, in un unico canto d’amore. Si apprezzeranno i caratteri comuni oltre che le naturali peculiarità delle diverse tradizioni musicali in un clima intimo di “musica in casa”, una delle esperienze fondanti della vita umana.
Il gruppo Enerbia diretto da Maddalena Scagnelli mantiene ininterrotto il filo che unisce la musica colta e quella popolare nello straordinario paesaggio sonoro dell’ Appennino Nord- Occidentale , la zona montana di confine tra Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte e Lombardia. Il gruppo è stato ritratto da Paolo Rumiz nei suoi libri di viaggio in Appennino ma ha anche fornito la musica per le scene lungo il fiume Po del film “ I cento chiodi” di Ermanno Olmi. Il viaggio musicale di Enerbia inizia infatti idealmente dalle corti rurali della Pianura Padana per risalire l‘ Appennino lungo i percorsi storici che toccano i territori del Monastero di Bobbio, fondato dall’irlandese Colombano nel 614 d.C. In queste valli appartate che scendono poi a picco nei golfi del Mar Ligure si è conservata una straordinaria tradizione musicale, chiamata delle Quattro Province, caratterizzata da strumenti ad ancia doppia, tra cui l’antico oboe appenninico denominato piffero, oltre che da forme di danze peculiari e da un ampio repertorio vocale. I musicisti che animano le attività di AreaSud svolgono da decenni un'attività di ricerca e riproposizione dei repertori canori e strumentali della tradizione dell'Italia meridionale, sia tramite l'utilizzo degli strumenti musicali appartenenti alle culture di origine delle musiche e dei canti oggetto della ricerca, sia attraverso la sperimentazione e l'uso - nei repertori di tradizione orale - di strumenti musicali classici, in particolare quelli ad arco e a fiato, e di strumenti provenienti da altre culture del Mediterraneo. Maurizio Cuzzocrea, cantante e chitarrista, è uno dei principali interpreti della tradizione legata alla chitarra battente, strumento che in Calabria rappresenta la continuità dell'espressione musicale popolare. Dai maestri della tradizione ha appreso - secondo i principi dell'oralità - le tecniche dello strumento e le modalità di canto, svolgendo anche un costante ruolo di divulgatore e animatore culturale. Valerio D'Ercole, violinista e violista, proviene da studi classici e collabora con gruppi da camera e orchestre sinfoniche in Italia e all'estero. Mario Gulisano è cantante e percussionista, specializzato nell'uso dei tamburi a cornice, e virtuoso interprete dello scacciapensieri. Partendo dalle proprie origini catanesi, esplora l'uso di questi strumenti nelle loro diverse declinazioni internazionali.
Diretto dai Maestri Franco Calabretto e Eddi De Nadai, il Festival Internazionale di Musica Sacra è promosso da Presenza e Cultura, Centro Iniziative Culturali Pordenone e Casa dello Studente Antonio Zanussi Pordenone. L’ingresso è gratuito, info www.musicapordenone.itInserito stabilmente nel circuito Italiafestival - la rete nazionale Agis dei più importanti festival italiani - il Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone è sostenuto da Fondazione Friuli, Bcc Pordenonese Monsile, Electrolux e DForm, e si svolge in partnership con Fondazione Concordia Sette e la Diocesi Concordia Pordenone.
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