Presentata la 21 edizione di Pordenonelegge
Pavan, presidente Fondazione: "Davanti a una situazione così complicata la prima domanda che ci siamo posti è stata: il festival lo facciamo? La risposta è stata affermativa: facciamo un festival diverso, magari ridotto ma in presenza, aiutati, laddove non si può fare diversamente, dalle nuove tecnologie, e con la qualità di sempre"
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Scaramantico o irreverente? Il gesto delle corna in mezza Europa significa approvazione, buona fortuna e complicità (pensiamo alle rock star). Ma nell’Europa mediterranea, anche da noi, può risultare offensivo. Da noi, figli della cultura greca, richiama il tradimento. Tutto si deve al mito del Minotauro, nato dalla unione della fedifraga Pasifae, moglie di Minosse e regina di Creta, col mostruoso Toro di Creta, che - da toro - aveva le corna sulla testa. Da qui il legame tra le corna e l’idea dell’infedeltà. Ma la classe del presidente della Fondazione, Giovanni Pavan, lo ha commentato come "un tiè" al virus.
PRESENTAZIONE - 28 LUGLIO
Ci sono delle parole che possono definire l’edizione 2020 di pordenonelegge e sono emerse dai vari interventi: complessità, sicurezza, coraggio, qualità, presenza e tecnologia, segnali positivi, apertura, territorio.
Parole che si riferiscono alla difficile, se non drammatica situazione che il Covid-19 ha creato.
"Davanti a una situazione così complicata - ha detto il presidente della Fondazione Pordenonelegge Giovanni Pavan - la prima domanda che ci siamo posti è stata: il festival lo facciamo? La risposta è stata affermativa: facciamo un festival diverso, magari ridotto ma in presenza, aiutati, laddove non si può fare diversamente, dalle nuove tecnologie, e con la qualità di sempre".
Non solo: "Per supplire alla necessità di nuovi spazi, per la prima volta pordenonelegge coinvolge anche altri Comuni del Friuli Occidentale (Azzano Decimo, Casarsa della Delizia, Cordenons, Maniago, Sacile, San Vito al Tagliamento e Spilimbergo) che grazie ai loro teatri posso ospitare in sicurezza alcuni incontri".
Una scelta, quella di fare il festival, pienamente condivisa dalla Regione: per l’assessore alla Cultura Tiziana Gibelli "questo è il momento di osare, voi lo fate e vi ringrazio per il coraggio. In questo periodo di crisi profonda, economica e sociale, l’apporto della cultura è essenziale per nutrire almeno lo spirito". Per l’esponente regionale pordenonelegge è una realtà di professionisti che opera su tutto il Friuli Venezia Giulia e con la quale la Regione collabora e collaborerà per diversi progetti riguardanti la letteratura, la poesia, l’editoria.
Non da meno il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani (presenti anche gli assessori Guglielmina Cucci e Pietro Tropeano): "Il festival ha sempre avuto - ha affermato - una importante ricaduta economica per la città, ma non solo, avendo esso contribuito alla conoscenza e alla valorizzazione della sua immagine. Quest’anno, magari, saranno di meno le persone che potranno assistere ai tanti appuntamenti, ma anche grazie ai collegamenti informatici sarà possibile far conoscere Pordenone e il territorio a un numero ancor maggiore di persone. Per non dire dell’effetto positivo che pordenonelegge ha su un settore in crisi come l’editoria".
Infine, il sindaco di Casarsa della Delizia, Lavinia Clarotto, a nome dei sindaci dei Comuni che ospiteranno alcuni appuntamenti del festival, ha espresso la soddisfazione per "questa occasione che ci consente di collaborare a una manifestazione così importante. Per noi è una sfida che abbiamo colto perché il territorio è unito nella ricerca del bene comune".
Nel corso della prima ufficiale presentazine del festival edizione 2020, tenutasi martedì 28 luglio in presenza e in streaming (Zoom, Fb e You tube) sono comunque intervenuti: i tre curatori (il direttore artistico Gian Mario Villalta, Alberto Garlini e Valentina Gasparet) con indicazioni pià precise circa ospiti e programma; il direttore della Fondazione Michela Zin sugli aspetti tecnico-logistici.
Ai primi di settembre (la Zin stessa ha indicato la settimana dal 7 all’11, da confermare) apriranno le prenotazioni ai "non amici", dopo il successo che gli amici hanno dimostrato a metà luglio confermandosi numerosi per accedere agli incontri.
La prenotazione, sempre raccomandabile, quest’anno si è fatta obbligatoria: gli elenchi dei vari partecipanti saranno anche tenuti per 14 giorni come le norme per il contenimento del Covid prevedono. La stessa Zin ha rimarcato il rispetto delle tre regole: obbligo di mascherina, igienizzazione delle mani e rispetto della distanza. Proibito seguire gli eventi fuori dai tendoni, in piedi.
Circa i luoghi della manifestazione, per quanto riguarda il capoluogo: tre ampi spazi chiusi (teatro Verdi a 200 e non 800 persone; Capitol e Auditorium Vendramini) e tre tensostrutture (al San Giorgio, in piazza Ellero e al Parco Galvani).
Dato che molto verrà trasmesso (anche grazie al sostegno Rai alla iniziativa) questa edizione sarà l’occasione per realizzare cartoline dal territorio e fare di una complicata situazione una prova di lancio del Pordenonese.
Al festival, come ha spiegato Valentina Gasparet, mancheranno fisicamente i bambini e i ragazzi che non seguiranno gli incontri in presenza ma in streaming dalle loro classi.
Restano gli appuntamenti fissi con i premi: uno tra tutti quello con Olga Tokarczuk premiata da Crédit Àgricole FriulAdria. Si inaugura inoltre un premio della Regione Fvg ancora da svelare.
Immancabile la poesia, con gli incontri, il premio per i giovani, un ebook per gli esordienti selezionati.
Del programma si avrà modo di dire: buone le presenze italiane con prime presentazioni di libri (una su tutte Susanna Tamaro); non mancheranno gli stranieri sia in presenza che in streaming (tra cui l’autore di Spillover, David Quammed).
Tra i filoni tematici non poteva mancare il Covid 19 che Garlini ha definito "il convitato di pietra": si parlerà dei suoi effetti a livello sociale, economico e su come potrà cambiare il mondo e il rapporto tra grandi potenze.
N.Na - S.V
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