La pordenonese Federica Manzon vince il Campiello 2024 con Alma
Orgoglio di Pordenonelegge e di Pordenone. in pieno festival Federica Manzon, pordenonese, vince il Campiello. Domenica 22 è presente a due incontri del festival
Cinque erano i libri finalisti per sabato 21 settembre 2024
I cinque finalisti
Il fuoco che ti porti dentro di Antonio Franchini – Marsilio
Alma di Federica Manzon – Giangiacomo Feltrinelli
Locus Desperatus di Michele Mari – Giulio Einaudi editore
Dilaga ovunque di Vanni Santoni – Laterza
La Casa del Mago di Emanuele Trevi – Ponte alle Grazie
La vincitrice è la pordenonese Federica Manzon con l'opera Alma.
Federica Manzon è autrice dei romanzi: Come si dice addio (Mondadori, 2008); Di fama e di sventura (Mondadori, 2011) con cui ha vinto il Premio Rapallo Carige per la Letteratura Femminile, il Premio Campiello Selezione Giuria dei Letterati e il Premio Asti d’Appello; La nostalgia degli altri (Feltrinelli, 2017). Nel 2015 ha curato l’antologia I mari di Trieste (Bompiani). Nel 2020 pubblica Il bosco del confine, uscito per Aboca. Il suo ultimo libro Alma (Feltrinelli, 2024) è finalista al Premio Campiello. Lavora nell'editoria e collabora con diversi quotidiani e riviste occupandosi prevalentemente di letteratura balcanica e est europea.
Federica Manzon domenica 22 è due volte impegnata a Pordenonelgge:
alle 15 con Il bambino
Incontro con Fernando Aramburu. Presenta Federica Manzon
alle 17:00 con Il nordest e i suoi confini, tra storia e mondi immaginari
Incontro con Ginevra Lamberti e Federica Manzon. Presenta Michela Fregona
Qui parlerà del suo libro Alma
Ore 17 Ridotto Verdi “Il nordest e i suoi confini, tra storia e mondi immaginari” Incontro con Ginevra Lamberti e Federica Manzon (finalista e vincitrice Campiello). Presenta Michela Fregona. Tanta montagna a Pordenonelegge, ma anche un mare quello di Trieste, città di frontiera protagonista potremmo dire del romanzo “Alma” di Federica Manzon, finalista al Campiello 2024. Vincitrice della 30esima edizione del premio letterario nazionale “Alassio 100 libri – Un autore per l’Europa” (Sinceramente non me l’aspettavo – dice Federica Manzon – E’ stata una grande emozione sentire il mio nome pronunciato dal palco dal presidente Beccaria). Romanzo affascinante, puntuale nella scrittura. Alma, giornalista, vive a Roma. Ritorna nella natia Trieste per ricevere dalle mani di Vili l’eredità che il padre le ha lasciato: una scatola di legno di pino. Nei tre giorni in città rivive e ricerca i luoghi della sua infanzia, la casa dei nonni materni nel viale dei platani, il nonno asburgico. La casa sul Carso, il regno del disordine, il padre apolide che va continuamente all’est, frequenta Tito e porta Alma nell’isola del Maresciallo, Brioni. La madre lavora nella Città dei matti. Trieste e il mare, i bagni, il porto vecchio, la città proibita con il Magazzino 18. Ci andava con Vili, il ragazzino che suo padre aveva portato a casa perché i genitori volevano salvarlo. Strano, silenzioso, imprevedibile, fotografo che fuggirà all’est alla ricerca dei genitori e finirà col fotografare Belgrado e la guerra dei Balcani. Alma lo raggiungerà e vivrà nel blocco n° 12. Poi fuggirà verso Roma. Verso est va Ginevra Lamberti in un romanzo potente, dove il Veneto è un Far West e Venezia ha smesso di essere un pesce perché la laguna non esiste più, Ginevra Lamberti fonda la mitologia (e la distopia) del cambiamento climatico. m.l.g.a.
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