Il capodoglio: rapsodia per Federico

«Federico Tavan nasce con una maledizione, vittima del sortilegio di una strega e dei pregiudizi del piccolo paese di Andreis sulle montagne friulane. Umiliato fin da piccolo, costretto al ruolo di folle anzitutto in casa, tra un collegio e un ricovero in manicomio, imbottito di psicofarmaci, trova la salvezza nella poesia. Il suo destino affascina e spaventa, è una vertigine nella quale merita di guardare per scoprire di quali profondità può essere capace un’anima sghemba. «Devo stare dentro i tuoi occhi per vedermi», scrive Tavan. La lettura della sua storia cambia radicalmente il significato dell’etichetta di matto, che spesso applichiamo con sconsiderata leggerezza».

(Dal libro “Il Poeta delle Pantegane” di Alessandro Mezzena Lona) 

L’Associazione Culturale Corale Polifonica di Montereale Valcellina, in ricordo di Federico Tavan, di cui ricorre il decimo anniversario dalla morte, ha pensato e prodotto uno spettacolo teatrale musicale che andrà in scena domenica 6 agosto nel paese del poeta, ad Andreis, nel piazzale della chiesa Santa Maria delle Grazie, alle ore 21.

Il testo originale è firmato da Massimo Somaglino, che ha curato anche la regia e sarà in scena come narratore, affiancato da tre attrici: Letizia Buchini, Giulia Cosolo, Carla Vukmirovic. Le parti recitative interagiscono con la Corale Polifonica di Montereale Valcellina e i musicisti Giulia Di Bon (flauto), Riccardo Pes (violoncello), Simone Grassi (vibrafono), Maurizio Baldin (pianoforte), che interpretano le inedite composizioni musicali del maestro Maurizio Baldin.

Così Gianni De Pol, presidente dell’Associazione Culturale Corale Polifonica Montereale Valcellina, spiega il progetto insieme a Massimo Somaglino, autore, regista e attore-narrante:

«Il titolo, “Il capodoglio. Rapsodia per Federico”, allude al tipo di spettacolo, epico-poetico-musicale- caleidoscopico; indica anche, il modo, “rapsodico” appunto, con cui si tratta la vicenda umana dell’artista predestinato Federico Tavan, più grande della sua stessa mente oltre che del mondo che lo ha ospitato. E per “mondo” non si intende tanto il borgo di Andreis e la minoranza linguistica che vi alligna, ma la realtà globale umana e civile, che da quelle dimensioni “minori” è rappresentata e sfidata insieme, senza una possibile catarsi. In questo senso, un’evocazione “a florilegio” dell’opera di Federico Tavan e degli episodi della sua vita più significativi per comprenderla, vorrebbe rappresentare non tanto un ennesimo omaggio a una ricchezza artistica e umana mai abbastanza valorizzata del territorio, quanto piuttosto più profondamente una riflessione universale sulla poesia, sulle sue urgenze, sulle sue ragioni e sulle sue visioni. La caratteristica più originale dello spettacolo è la scrittura musicale per coro e quartetto strumentale di alcune delle poesie più significative dedicate al poeta di Andreis dai suoi amici poeti:  un punto di vista che di per sé ribalta la concezione classica del poeta come cantore solitario e propone la contemplazione di una condivisione e di un’amplificazione dei lamenti, delle grida, delle illuminazioni, dei disvelamenti, dei voli fuori dallo spazio e dal tempo (e forse per questo dentro il nucleo stesso dello spazio e del tempo), che sono la sostanza della poesia in generale e di quella di Tavan in particolare. Un “io collettivo” dunque, una personalità plurale che le diverse voci e registri renderanno percepibile nella sua sincronicità. Di fronte a questo coro, agirà un attore che a tratti entrerà in relazione con esso proponendo la stessa poesia che viene cantata, esaltandola, disturbandola in parte, soffrendola. Dai racconti del narratore e dallo spazio scenico condiviso emergerà a tratti anche un’altra presenza, quella di tre attrici, che, a partire dalla figura di tre “streghe” benefiche di derivazione shakespeariana, racconteranno ancora una volta l’episodio fondamentale e determinante per la biografia del poeta: l’incontro della madre con la strega Giacomina, incaricata di segnare per sempre il cuore e l’animo dell’artista. L’operazione creativa dello spettacolo è uno sforzo di invenzione di un nuovo modo di avvicinarsi alla “vita dei santi”; perché tale era Federico: un santo laico moderno (e dove occorreva blasfemo). Ovvero un nuovo modo di meditare sulla vita e l’opera di uomini “tragicamente” straordinari. Un affresco di stile assolutamente contemporaneo, il ritratto semi-astratto (proprio nel senso figurativo del termine) che cerca di catturare una realtà che costantemente sfugge verso la sua vertiginosa profondità». 

Il progetto, pensato e prodotto dall’Associazione Culturale di Promozione Sociale Corale Polifonica Montereale Valcellina APS, è realizzato con il sostegno di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e di Fondazione Friuli, con gli sponsor Nuova ConTec, Banca della Marca, e Medesy, e con i partner Comune di Andreis, Comune di Montereale Valcellina, Teatri Stabil Furlan, Aganis, Scuola Sperimentale dell’Attore.

In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà all’interno della chiesa di S. Maria delle Grazie ad Andreis.

Spettacolo teatrale musicale in ricordo del poeta
con
Massimo Somaglino narratore
Letizia Buchini, Giulia Cosolo, Carla Vukmirovic tre streghe /cameriere
Omar Siega tenore solista
Giulia Di Bon flauto
Riccardo Pes - violoncello
Simone Grassi - vibrafono
Maurizio Baldin - pianoforte
Corale Polifonica di Montereale Valcellina – cantori, popolani e amici del poeta
Testi di Massimo Somaglino
Poesie di Charles Baudelaire, Andrea Comina, Antonio Cosimo De Biasio, Emy Giacomello, Rosanna Paroni Bertoia, Ida Vallerugo
Musiche originali scritte e dirette da Maurizio Baldin
Regia di Massimo Somaglino
Service audio e luci Nexus Pordenone
Riprese audio e video Maurizio Caldana
Produzione Ass. Culturale Corale Polifonica di Montereale Valcellina APS
Segretaria di produzione Emy Giacomello