Dal 4 marzo: frontieraest on line, preludio di un Forum di studio 9-11 marzo
L’impatto della Guerra fredda sulle zone di confine è durato ben oltre il crollo del muro di Berlino: in Fvg restano oltre 1300 strutture difensive. Da sabato 4 marzo frontieraest.it permette di vederle. Anteprima del Forum internazionale “Terre di confine. Dalla Guerra fredda ai conflitti del nostro tempo”, che si tiene dal 9 all'11 marzo a Udine e Gorizia (Foto: Passo Monte Croce frontiera est)
L’impatto della Guerra fredda sulle zone di confine è durato ben oltre il crollo del muro di Berlino: in Friuli Venezia Giulia le ‘cicatrici’ della storia sono tuttora evidenti e sparse sul territorio, si stima infatti che sul territorio regionale siano sparse oltre 1300 strutture difensive, fra quelle realizzate negli anni Quaranta (Vallo alpino del Littorio) e quelle approntate dalla NATO in previsione di una possibile invasione da parte del patto di Varsavia. Proprio per valorizzare questo straordinario patrimonio storico è nato il progetto Frontiera Est, focalizzato sulle strutture difensive del Friuli Venezia Giulia, realizzato in collaborazione tra l’Università degli Studi di Udine e l’Associazione culturale Friuli Storia, per la direzione scientifica dello storico Tommaso Piffer, sostenuto dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia con Fondazione Friuli e Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. «Alcune di queste strutture – spiega il curatore di Frontiera est Tommaso Piffer - hanno talvolta un’estensione che si misura in chilometri, furono ricavate sotto le montagne dell’arco alpino. Altre, di dimensioni più ridotte, sono mimetizzate nei centri urbani, soprattutto nella piana di Gorizia e nelle Valli del Natisone. Il Friuli-Venezia Giulia è d’altra parte l’unica regione in Italia ad avere un rilevante patrimonio riconducibile a questo periodo, ed è anche l’unica regione in Europa dove sono presenti artefatti riconducibili ai tre grandi conflitti del Novecento: la Prima guerra mondiale, la Seconda guerra mondiale e la Guerra fredda». Di queste strutture, solo 4 sono state finora recuperate e valorizzate ad uso turistico: una nel Vallo alpino del Littorio (le opere 2 e 3 dello sbarramento Invillino Ovest nel Comune di Villa Santina, gestite dall’Associazione Friuli Storia e Territorio), e due strutture del Vallo alpino riadattate dalla NATO negli anni Cinquanta (opera 4 dello sbarramento di Ugovizza-Nebria nel Comune di Malborghetto-Valbruna e opere 1 e 2 dello sbarramento di Passo Monte Croce Carnico nel Comune di Paluzza, rispettivamente gestite da Associazione Landscapes e ASSFN-E), oltre ad una struttura originale NATO, il Bunker San Michele nel Comune di Savogna d'Isonzo, curato dall’Associazione Nazionale Fanti d'Arresto. Le altre strutture, invece, sono in stato di totale abbandono e possono rappresentare un rischio per la sicurezza dei cittadini, ma anche un immenso potenziale turistico, didattico e divulgativo, ad oggi trascurato.
Primo passo di Frontiera Est è l’inaugurazione – sabato 4 marzo – del portale frontieraest.it accessibile online, per uno screening immersivo, in un click, nella rete di strutture difensive attualmente visitabili nell’estremo nord-est d’Italia. Ricco di materiale documentale e fotografico sulle strutture aperte al pubblico, frontieraest.it coniuga alla ricerca la promozione del turismo storico sui siti regionali, attraverso i suoi contenuti multimediali, video e fotografici, e allo storytelling dei percorsi e degli insediamenti.
L’inaugurazione del portale frontieraest.it scandisce il conto alla rovescia per la prima edizione del Forum internazionale “Terre di confine. Dalla Guerra fredda ai conflitti del nostro tempo”, in programma all’indomani del primo anniversario dell’invasione ucraina, dal 9 all’11 marzo a Udine e Gorizia. A organizzarlo, per la prima volta insieme un una partnership di ricerca, l’Associazione Friuli Storia, l’Università di Udine e l’Università di Harvard - Cold War Studies Project. Una quarantina gli analisti e studiosi internazionali che parteciperanno divisi su otto percorsi tematici per analizzare capillarmente gli accadimenti prodotti nel corso della Guerra fredda e la loro onda lunga su quanto stiamo vivendo. La Guerra fredda, quindi, come antefatto degli scenari del nostro tempo: un periodo storico da indagare e rileggere per comprendere pienamente, sin dalla loro genesi, i contesti drammatici e conflittuali in cui l’Europa e il mondo si trovano immersi oggi. A inaugurare il Forum sarà uno degli storici più autorevoli a livello internazionale, Mark Kramer, Direttore del Cold War Studies Project dell’Università di Harvard e Senior Fellow del Davis Center for Russian and Eurasian Studies di Harvard: sarà lui, infatti, giovedì 9 marzo alle 18.00 nel Castello di Udine, a svolgere la lectio inaugurale sul tema portante del Forum, fra indagine storica e implicazioni geopolitiche. A chiudere i lavori, sabato 11 marzo, sarà invece l’intervento di un altro notissimo storico, l’accademico Charles S. Maier, professore di Storia europea ad Harvard, pubblicato in tutto il mondo e in Italia da Einaudi.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento