A Spazio foto cinemazero: Sofia Uslenghi
Spazio foto cinemazero cambia artista dal 2 aprile e ospita le opere di Sofia Uslenghi
Venerdì 02 aprile il terzo appuntamento di 6 foto per 6 giorni, progetto fotografico curato da Leonardo Fabris, sarà dedicato a Sofia Uslenghi, fotografa originaria di Reggio Calabria, classe 1985, che da anni lavora a Milano.
Dopo le panoramiche di New York scattate da Luca Campigotto, ART noJECT ha come protagonista il volto della stessa fotografa.
Le sue opere, infatti, si concentrano sull’autoritratto, lavorando sulle sovrapposizioni e gli strati di fotografie che tengono uniti pezzi della sua storia e di quella della sua famiglia, dei suoi luoghi di origine e delle persone che ne hanno fatto parte.
“Queste fotografie che sto facendo non hanno niente di progettuale” spiega Sofia Uslenghi.
“Sto vivendo su un filo. Sto sudando a stare in equilibrio, concentratissima. Tra le cose che mi mancano una è l’arte. E non c’è surrogato che tenga, i quadri vanno vissuti in presenza. Non piango quasi mai al cinema, piango spesso nei musei.”
“Sofia è una fotografa, sperimentatrice, che questa volta in assenza di un piacere ne cerca consolazione: la sete alla strenua ricerca di colmare un vuoto. “commenta il curatore Leonardo Fabris. Una sensazione che molti di noi in questo tempo viviamo e che caratterizza le opere dell’artista che fa ricorso alla fotografia per indagare e sistemare la sua storia personale.
“Negata nella reclusione forzata dall’ammirazione di mostre e quadri” continua Fabris “diviene lei stessa pittrice: fotografa a pennellate; luce e materia si uniscono, obiettivo e pennelli. Il suo enorme desiderio e la sensazione di mancanza hanno trasformato la foto in dipinto e il dipinto in foto. La cruda realtà vissuta, l’inquietudine e i desideri di questo periodo storico rispecchiano il suo omaggio al maestro Francis Bacon. Non nell’espressione puramente meccanica e copiativa di uno stile ma nella ricerca del sublime. Un sublime sub-umano, per citare il critico d’arte Giulio Carlo Argan. Difatti nel connubio tra fotografia e pittura nasce un punto di vista interpretativo: la realtà interiore catturata, rappresentata, scattata e rovesciata, non solo grazie all’impressione della luce ma anche con il movimento e col colore.”
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