Vicino/Lontano: Federico Venturini e questione curda
Si parlerà di Rojava e di Siria a maggioranza curda, questa sera alle 20.30 a Udine nel secondo appuntamento di avvicinamento al festival e al Premio Terzani
“Il Rojava, tra utopie e luoghi comuni” è il tema del secondo incontro di approfondimento sulla questione curda che vicino/lontano propone, con il comitato UdineperNûdem e in collaborazione con le Librerie in Comune, come percorso di avvicinamento al festival e al Premio Terzani, assegnato dalla giuria al fumettista Zerocalcare per “No Sleep Till Shengal”. Anche questo secondo appuntamento – mercoledì 26 aprile, alle 20.30, alla libreria Moderna – sarà curato e condotto da Federico Venturini, ricercatore all'Università di Udine. Venturini ha fatto parte delle delegazioni internazionali di pace a İmrali organizzate dalla Commissione civica dell'EU-Turchia ed è il curatore, con Jeffrey Miley, del volume La vostra libertà e la mia. Abdullah Öcalan e la questione curda nella Turchia di Erdoğan (Edizioni Punto Rosso, 2020) la cui copertina è stata disegnata da Zerocalcare.
Il Rojava è l’area a maggioranza curda della Siria. In seguito alla guerra civile che lacera il paese dal 2011, è riuscita ad acquisire una propria autonomia con una nuova forma di autogoverno. «Nel corso degli anni – anticipa Venturini - questo territorio ha visto realizzarsi il progetto politico del confederalismo democratico, che si basa su tre pilastri: democrazia diretta, ruolo centrale della donna e rinnovato legame con la natura. Nella percezione occidentale, però, persistono diversi luoghi comuni: dall'emancipazione femminile che si riduce all'immagine delle guerrigliere-eroine fino all'errata percezione della scomparsa dell'Isis».
L’incontro sarà anche l’occasione per rilanciare la campagna internazionale #FreeNûdemDurak che il comitato UdineperNûdem ha da tempo abbracciato realizzando concerti, incontri e iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul caso della giovane folk singer turca di origine curda Nûdem Durak, condannata a 19 anni di carcere, con l’accusa di terrorismo, solo per aver insegnato ai bambini canti della tradizione musicale curda.
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