Russia: cresce la protesta contro la guerra
Fermi e arresti: si protesta contro il Cremlino. La dissidenza si organizza. Polizia nel mirino. “La popolazione è con noi”
Riparte la conta dei fermi e degli arresti nelle principali città della Federazione russa dal 21 settembre 2022: dopo l’annuncio di Vladimir Putin dell’inizio di un reclutamento speciale di 300mila nuove leve, le proteste hanno rialzato la testa. Le repressioni non si erano mai fermate. Sarebbero 1.313 le persone arrestate ieri, secondo Ovd-Info. Degli arrestati, più della metà sarebbero donne: i movimenti dissidenti invitano infatti gli uomini a non andare alle manifestazioni che si stanno organizzando anche per oggi in diverse città e diffondono notizie e indicazioni su come cercare di evitare la chiamata alle armi per sé o per i propri parenti o vicini di casa. E su un canale “partigiano” si legge: “puoi usare il momento della manifestazione per attaccare la stazione di polizia o della guardia nazionale o dell’Fsb”. Il momento è opportuno perché “ci saranno meno persone nei dipartimenti, perché dovranno picchiare e arrestare coloro che manifestano pacificamente senza infrangere la legge”. Nel caso si decida di compiere un assalto però il consiglio è di “non lasciarsi prendere dalle emozioni, ma agire a mente fredda”. La notte scorsa bottiglie molotov sono state lanciate contro uffici di arruolamento a Nizhny Novgorod e a San Pietroburgo. Per chi invece va a manifestare, il consiglio è di salvarsi in rubrica i contatti degli avvocati attivisti per i diritti umani. “Il primo giorno di una nuova fase di proteste è passato”, si leggeva ieri sera alle 21.55 su un altro canale Telegram. “La resistenza non svanirà, anzi, inizia a crescere ancora più attivamente che all’inizio della guerra. Ora abbiamo la maggioranza della popolazione dietro di noi”, mentre “la polizia è in minoranza”. La strategia proposta da questo gruppo di attivisti è di “operare 24 ore su 24” per sfinire fisicamente le forze di polizia attraverso ogni metodo di protesta per una ferma resistenza al regime criminale.
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