Misure più stringenti per contenere la diffusione, sanità Fvg sotto pressione
Il Veneto resta con livello giallo. Buone notizie dai vaccini: dopo Pfizer pronta Moderna
Da ormai una settimana anche il Friuli Venezia Giulia è divenuto una zona a rischio arancio, mentre il vicino Veneto è rimasto giallo.
A pesare è stato, in particolare, l’indice Rt che ha fotografato un rapporto di contagiosità elevato, oltre la soglia di guardia. Ma a preoccupare sono anche altre parametri, compresi quelli che segnalano una pressione sempre più forte sul sistema ospedaliero.
Come ormai si sa, il passaggio da un livello di rischio all’altro è sostanzialmente automatico. Al superamento di determinati parametri scatta il passaggio al livello superiore. La misura resterà in vigore per almeno due settimane. Poi si tornerà a valutare i numeri per capire se la regione potrà tornare in zona gialla, se dovrà restare ancora in zona arancio o se sarà costretta a scivolare in zona rossa in conseguenza di un peggioramento della situazione complessiva.
Limitazioni Il passaggio di livello di rischio da giallo ad arancione ha naturalmente comportato un inasprimento delle limitazioni. Vietato uscire dal proprio comune di residenza se non per motivi di lavoro, studio, salute o ragioni di urgenza e necessità. E’ possibile muovere in un altro comune anche per avvalersi di quei servizi consentiti, ma non presenti nel proprio comune. Ad esempio andare dal parrucchiere: l’attività rientra tra quelle consentite. Nel caso in cui non vi sia un parrucchiere nel proprio comune, è possibile andare in un altro vicino in cui il servizio è offerto.
In zona arancio sono chiuse tutte le attività di ristorazione: bar, trattorie, pub, ristoranti e pizzerie. Fino alle ore 22 è ancora consentito il rifornimento per asporto. Sempre possibile invece l’acquisto a domicilio.
I centri commerciali restano chiusi nel weekend, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, dei punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole presenti al loro interno.
Nulla cambia, rispetto a quanto previsto in zona gialla, per quanto riguarda la scuola: didattica a distanza alle superiori, in presenza dall’infanzia alle medie.
Poche novità in fatto di sport: chiuse palestre e piscine, aperti i centri sportivi all’aperto. Consentita l’attività sportiva e motoria all’aperto in forma individuale. Chiaramente però, essendo in vigore il divieto di uscire dal proprio comune, gli amanti di ciclismo e corsa dovranno stare ben attenti a dove si trovano i confini del proprio paese o della propria città.
Italia Spostando lo sguardo all’intero territorio nazionale, mentre questa edizione de Il Popolo va in stampa (martedì 17 novembre ore 16) le regioni classificate come rosse, e quindi con il livello di rischio più elevato, sono Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Toscana, Campania e Calabria, cui si aggiunge la Provincia autonoma di Bolzano. In zona arancio, oltre al Friuli Venezia Giulia, ci sono Emilia Romagna, Liguria, Umbria, Marche, Abbruzzo, Puglia, Basilicata e Sicilia. Restano gialle Veneto, Sardegna, Lazio Molise e la Provincia autonoma di Trento. Nel fine settimana il Cts e il Ministero della Salute faranno un’altra valutazione dei dati. Qualche altra regione potrebbe essere retrocessa. Difficile che qualcuno possa essere invece promosso. Piemonte e Lombardia avrebbero registrato un’inversione di tendenza e premerebbero per passare da rosso ad arancio, ma i tempi appaiono onestamente un po’ prematuri.
Numeri I positivi accertati da inizio pandemia in Italia hanno ormai abbondantemente superato il milione.
Al momento siamo vicini agli 800mila casi di "attualmente positivi". E questo dà l’idea delle dimensioni di questa seconda ondata rispetto alla prima. Sono morte oltre 45mila persone. Ma a prescindere dal numero di casi accertati quotidianamente, che ormai sappiamo aumentare col crescere del numero di tamponi effettuati, preoccupa la percentuale di positivi sul numero di tamponi praticati. Siamo al 18%. Gli esperti dicono che dovremmo scendere sotto il 10. Traguardo lontano.
Vaccini Cerchiamo di chiudere questo nostro resoconto settimanale sulla situazione coronavirus sempre con almeno una buona notizia. E ancora una volta questa proviene dal fronte della ricerca. Se il vaccino già annunciato da Pfizer sarebbe efficace al 90%, Moderna ha annunciato che il suo farebbe ancora meglio: efficace nel 94% dei casi testati. Tra l’altro quello di Moderna sarebbe anche più facile da distribuire, non necessitando di essere conservato a -80° come richiederebbe quello di Pfizer. Buone notizie che noi riportiamo con piacere, ma usando volutamente il condizionale per non vendere illusioni col rischio che diventino poi delusioni.
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