Lunedì 20 giugno: Giornata mondiale del Rifugiato
Dal 24 febbraio ad oggi sono più di 2 milioni i bambini e le bambine fuggite dall’Ucraina a causa della guerra, e 3 milioni sono sfollati interni. La giornata mondiale del rifugiato, è l’occasione per ricordare come nei contesti di crisi, come la guerra, i bambini sono tra i soggetti più vulnerabili. Oltre a rischiare la vita sotto le bombe, il trauma del conflitto lascia segni profondi nella psiche dei più piccoli, che si vedono privati della famiglia, della casa, della scuola del diritto alla salute, del gioco, della possibilità di crescere sereni
Dal 24 febbraio ad oggi sono più di 2 milioni i bambini e le bambine fuggite dall’Ucraina a causa della guerra, e 3 milioni sono sfollati interni.[1]
La giornata mondiale del rifugiato, che ricorre il prossimo 20 giugno, è l’occasione per ricordare come nei contesti di crisi, come la guerra, i bambini sono tra i soggetti più vulnerabili. Oltre a rischiare la vita sotto le bombe, il trauma del conflitto lascia segni profondi nella psiche dei più piccoli, che si vedono privati da un giorno all’altro dei loro diritti fondamentali, il diritto alla salute e alle cure, alla scuola, al gioco a crescere in un ambiente sicuro.
In questo contesto Terre des Hommes ha da subito attivato le sue risorse anche tramite una consolidata rete di partner, e messo in campo le sue competenze specifiche nella protezione dell’infanzia in contesti di emergenza, per portare aiuto ai tanti bambini, bambine e alle loro mamme giunte nel nostro Paese in cerca di pace.
Sono oltre 2000 le persone che hanno ricevuto assistenza da Terre des Hommes. Non solo un aiuto concreto con distribuzione di medicine, cibo e beni di prima necessità, ma anche supporto psico sociale per offrire, a adulti e bambini, gli strumenti per cercare di affrontare lo shock della guerra.
Alla frontiera di Tarvisio (UD) lo staff della fondazione composto da mediatrice e psicologa presidia il punto di arrivo di automobili e pullman dove può avere un primo contatto con le persone per fornire loro tutte le informazioni di orientamento necessarie, dei kit di prima necessità con prodotti per l’igiene personale, snack, acqua, giochi e peluche per strappare un sorriso ai bambini e un prezioso frasario per la traduzione dall’ucraino all’italiano di parole e frasi indispensabili per comunicare in Italia.
In un contesto più protetto e tranquillo, presso il centro vaccinale di Udine è stato allestito un child friendly space dove, mentre le mamme svolgono le pratiche di registrazione e vaccinazione anti covid richieste dalle autorità sanitarie, le psicologhe di Terre des Hommes osservano i piccoli e propongono loro attività di gioco e arte terapia, che facilmente fanno emergere la paura, l’ansia e il dolore che stanno vivendo questi bambini.
“Sono frequenti i casi di bambini o bambine che rivelano molta aggressività, o che si rifiutano di mangiare, che non riescono a stare in spazi troppo piccoli perché si sentono in trappola come nei bunker in cui si sono nascosti prima di fuggire. Quando c’è il temporale sono terrorizzati dai rumori dei tuoni, devo tranquillizzarli, ricordare loro che ora sono in un posto sicuro.” Racconta Svitlana, psicologa Terre des Hommes.
A Milano invece Terre des Hommes ha aperto l’Hub di quartiere contro lo spreco alimentare Spazio indifesa anche a rifugiati ucraini, ampliando l’offerta dei servizi con corsi di italiano per adulti e bambini, attività ludico ricreative, come corsi di teatro e danza, sportello per supporto psicologico e legale, servizio di orientamento lavorativo, un poliambulatorio per poter accedere a visite di controllo e specialistiche gratuitamente. Oltre che ovviamente un servizio di mediazione culturale sia all’hub, che in alcune scuole del quartiere Gallaratese.
Ad oggi sono oltre 160 le famiglie che stanno beneficiando dei servizi dell’Hub Spazio indifesa.
Tra loro Natalia, che è arrivata da Kharkiv con un figlio di 16 anni. Sono riusciti a fuggire da Kharkiv dopo essersi nascosti nel corridoio di casa loro per 12 giorni, senza luce e senza acqua. Da lì con un treno sono arrivati in Polonia e poi qui, a Milano nel quartiere Gallaratese. Natalia ha molta sofferenza e preoccupazione nel cuore, ma non si perde d’animo, frequenta l’Hub indifesa dove può fare la spesa gratuitamente e dove partecipa ad un corso di italiano, vuole imparare la lingua per sentirsi utile e chissà, magari un giorno trovare un lavoro.
L’AIUTO AI CONFINI CON L’UCRAINA
Terre des Hommes insieme allo storico partner polacco Polish Medical Mission assiste i rifugiati ucraini anche in Polonia. Nella città di Kobylka, nei pressi di Varsavia, dove attualmente ci sono 680 rifugiati, la Fondazione garantisce supporto psico sociale a bambini e bambine tramite i suoi child friendly spaces, realizzati all’interno del centro culturale cittadino, dove i più piccoli possono anche frequentare i corsi di musica, danza, ginnastica e arte.
Lo stesso modello di intervento è replicato a Cracovia con un’attenzione specifica ai così detti Non withe refugees, ossia i rifugiati dall’Ucraina appartenenti a minoranze etniche o culturali.
Le competenze messe in campo da Terre des Hommes per rispondere a questa crisi sono il frutto di una lunga esperienza che vede la Fondazione impegnata in diverse parti del mondo per l’assistenza ai bambini e bambine rifugiate e alle loro famiglie. Terre des Hommes è presente in tutta la regione mediorientale (in Siria, Libano, Giordania e Iraq) dove da 11 anni assiste con interventi di educazione in emergenza, salute materno infantile, protezione e supporto psicosociale i rifugiati della crisi siriana. In Colombia ha attivi progetti di aiuto umanitario per i rifugiati, soprattutto donne e bambini, provenienti da Venezuela, in Zimbabwe nel campo rifugiati di Tongorara, che ospita molteplici nazionalità Terre des Hommes distribuisce aiuti, garantisce istruzione ai bambini e alle bambine e coinvolge le famiglie in piccole attività agricole per la sicurezza alimentare. In Italia dal 2011 la Fondazione con il progetto FARO che garantisce supporto psico sociale per i minori migranti e i minori stranieri non accompagnati in Sicilia.
[1] Fonte UNICEF https://www.unicef.org/press-releases/one-hundred-days-war-ukraine-have-left-52-million-children-need-humanitarian
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento