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Il Patriarca di Venezia, Moraglia: apprezzare di più quello che oggi non possiamo vivere

Diocesi: mons. Moraglia (Venezia), “apprezzare la grandezza del dono eucaristico che oggi non possiamo celebrare pienamente”. Santificare la festa con gesti di carità

Parole chiave: Moraglia (2), Coronavirus (232), Patriarca (5), Messe (15)
Il Patriarca di Venezia, Moraglia: apprezzare di più quello che oggi non possiamo vivere

“Ferisce il cuore dei pastori, delle comunità e di tutti i fedeli il non poter celebrare insieme – per un atto di responsabilità civica e di attenzione alle esigenze della collettività e del bene comune, secondo le disposizioni al momento vigenti e finché non interverranno nuove indicazioni – la santa messa in questa prima domenica di Quaresima, nonostante reiterati e purtroppo inutili tentativi effettuati in dialogo con le pubbliche autorità anche nazionali”. Lo afferma mons. Francesco Moraglia, patriarca di Venezia, in un messaggio inviato domenica 1 marzo alla diocesi. “Le odierne circostanze ci costringono a sperimentare che cosa vuol dire per la Chiesa essere privata del suo bene e atto supremo: l’incontro con Gesù, nostro Signore”. Con questo messaggio “desidero innanzitutto confermare nella fede tutti i fedeli della nostra amata Chiesa che è in Venezia, invitando a vivere con più speranza e carità questo singolare e del tutto inusuale ‘giorno del Signore’ che ci è dato di vivere senza la celebrazione comune dell’Eucaristia”. Il forzato “digiuno ci faccia apprezzare la grandezza del dono eucaristico che oggi non possiamo celebrare, ricevere e gustare pienamente – se non in forma di comunione spirituale, utilizzando le opportunità offerte dagli attuali mezzi di comunicazione – ma che costituisce e rimane sempre il centro, la fonte e il culmine della vita e della comunità cristiana”. Il patriarca auspica comunque che “tutti possano ricavare – personalmente e nelle case, in piccolissimi gruppi con familiari e amici – opportuni momenti di raccoglimento e preghiera”. “Ricordo, infine, che la domenica, giorno del Signore, è santificata non solo con la celebrazione eucaristica nell’incontro liturgico ma anche, in stretta continuità, con gesti semplici e concreti di carità, a favore dei poveri e dei sofferenti, segno autentico ed evidente della presenza di Cristo risorto in mezzo a noi”.

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