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Covid 19: le buone prassi lasciate nelle chiesa

Tra i ’postumi’ lasciati dalla pandemia, dal punto di vista pastorale, ci sono alcune indubbie acquisizioni positive. Primo tra tutti, il ’patto di corresponsabilità’, instaurato tra parrocchie e famiglie. Ma anche i corposi ’sussidi’, stampati in alcune parrocchie e la cura degli ambienti

Covid 19: le buone prassi lasciate nelle chiesa

Tra i ’postumi’ lasciati dalla pandemia, dal punto di vista pastorale, ci sono alcune indubbie acquisizioni positive.
Primo tra tutti, il ’patto di corresponsabilità’, instaurato tra parrocchie e famiglie. Le raccomandazioni, suggellate allora, ai tempi del virus, con tanto di firma di entrambi i genitori, per la proposta di catechesi in parrocchia, in vista dei sacramenti della iniziazione cristiana, ha consentito di mettere in chiaro una volta di più, che i primi responsabili dell’educazione dei figli, sono proprio i genitori! I catechisti si affiancano a loro, per un ’incremento di formazione’. Così mamma e papà hanno potuto prendere coscienza, una volta in più, che a loro compete non solo la ’salute’, misurata col termometro, ma anche la ’Salute-Salvezza’ dei propri figli. Questa si matura con una continuativa educazione religiosa e morale, che si rinsalda con la frequentazione del catechismo e le celebrazioni liturgiche, ma che in famiglia può mettere radici profonde, attraverso la testimonianza.
Lo stesso Vescovo Giuseppe, tramite la consulenza dell’Ufficio Nazionale per i problemi giuridici, ha rassicurato ed incoraggiato la ’catechesi in presenza’, sottolineando che ogni famiglia chieda espressamente, tramite la compilazione di un modulo, l’iscrizione al cammino di catechesi dei propri figli, "sottoscrivendo un patto di responsabilità reciproca".
Anche i corposi ’sussidi’, stampati in alcune parrocchie, ora sono diventati un apprezzato strumento di accompagnamento da usare in famiglia. Conosco personalmente un parroco che ogni settimana stampa centinaia di copie del sussidio per approfondire le letture. E i fedeli sono lieti di leggerli e meditarli.
Tra le altre acquisizioni, piace citare il valore degli ambienti che accolgono i minori, nel cammino formativo. Si è preso coscienza dell’importanza di poter disporre di strutture adeguate, in grado di ospitare comodamente i catechizzandi, opportunamente distanziati. In modo da tener lontano non solo la minaccia dei virus, ma anche le tentazioni alla distrazione. Anche nella cura delle Chiese, si è imparato ad apprezzare la loro ’capienza’ e la disposizione dei banchi e delle sedie, per vivere adeguatamente la liturgia festiva.
Altre sollecitazioni, che tutt’ora continuano positivamente, sono date dall’opportunità di ’igienizzarsi le mani’; il ’rispetto-valore’ dell’acqua benedetta posta all’ingresso del tempio; l’attenzione reciproca nello scambio della pace, non come un automatismo, ma come gesto consapevole, nel quale augurare, al proprio vicino di preghiera, un ’cordiale sorriso di pace’, oltre alla stratta di mano, ora ripresa.
Oltre al ruolo del ’diacono’ e quello del ’ministrante’, si è scoperta la figura della persona che ti accoglie in chiesa con cordialità, munito di casacca, armato di un sorriso, pronto ad incoraggiare anche l’uso dei primi banchi, e non solo le ultime file, presso le quali in gran numero sceglievano di posizionarsi.
Infine, alle liturgie in streaming, condivise dalle persone anziane che non possono uscire di casa, ora si è tornato ad apprezzare gli incontri in presenza. Scoprendo che anche i ’maxi schermi’ possono contribuire a creare ’senso di appartenenza’, quando c’è una folla di persone che condivide una celebrazione liturgica.
Leo Collin

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