Alluvione Emilia Romagna: coldiretti, danni 1,5 miliardi
Compromessa la produzione agricola in una aerea vastissima. persa produzione di almeno 400 milioni di chili di grano (un terzo di quello nazionale)
“È andata perduta quest’anno la produzione di almeno 400 milioni di chili di grano nei terreni allagati dell’Emilia Romagna, dove si ottiene circa un terzo del grano tenero nazionale, mentre il raccolto della frutta sarà compromesso per i prossimi quattro o cinque anni perché l’acqua rimasta nei frutteti ha ‘soffocato’ le radici degli alberi fino a farle marcire con la necessità di espiantare e poi reimpiantare intere piantagioni”. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sui gravi danni provocati dall’alluvione che ha devastato oltre 5mila aziende agricole e allevamenti con animali affogati in Romagna, una delle aree più agricole del Paese “con una produzione lorda vendibile – sottolinea l’associazione – di circa 1,5 miliardi di euro all’anno che moltiplica lungo la filiera grazie ad un indotto di avanguardia, privato e cooperativo, nella trasformazione e distribuzione alimentare che è stato fortemente compromesso”.
“Ai danni sulla produzione agricola – spiega Coldiretti – si aggiungono quelli alle strutture come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali dove si moltiplicano frane e smottamenti”. Nelle aree colpite, secondo l’associazione, “sono a rischio nell’intera filiera almeno 50mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione”.
“Serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire con la nomina di un Commissario alla ricostruzione come fatto ai tempi del terremoto”, afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che, in vista del Consiglio dei ministri di martedì prossimo, evidenzia come “gli strumenti ordinari di intervento vanno attivati quanto prima, ma non sono sufficienti a garantire il salvataggio e la continuità delle filiere agricole del territorio colpito”.
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