AFDS: ottomila donazioni
L’Afds Pordenone è un’associazione attiva e in salute. "Le donazioni effettuate nel 2018 sono state quasi 8.000 - dice il suo presidente Ivo Baita - in lieve ma significativo rialzo rispetto all’anno precedente.
on le sue 39 sezioni, per un totale di 8.200 donatori in attività e altri 4000 soci "pionieri" che per età o motivi vari hanno dovuto sospendere la loro attività l’Associazione Friulana Donatori di Sangue è una presenza attiva capace di insinuarsi nelle più significative espressioni del tessuto sociale, per cogliere i sentimenti di solidarietà presenti nella popolazione ed indirizzarli al sempre vitale esercizio del dono del sangue.
E’ questa la missione che si era data nel 1958, quando ha fatto la sua comparsa nel territorio pordenonese, ed in particolare a Sacile e Spilimbergo, dove sono sorte le prime sezioni. L’Afds a quel tempo raggruppava i donatori dell’allora unica provincia di Udine.
Con la nascita della nuova provincia di Pordenone, nel 1972 si è giunti alla fondazione dell’Associazione Friulana Donatori di Sangue della provincia di Pordenone, conservando gli ideali e le finalità originali.
L’Afds Pordenone è un’associazione attiva e in salute. "Le donazioni effettuate nel 2018 sono state quasi 8.000 - dice il suo presidente Ivo Baita - in lieve ma significativo rialzo rispetto all’anno precedente. In ulteriore aumento sono le donazioni del primo semestre di quest’anno e ciò fa ben sperare, visto che il panorama regionale e nazionale, non sempre, in questi ultimi anni, riesce a dare segnali positivi. E’ comunque ampiamente garantita l’autosufficienza per quanto riguarda il fabbisogno di globuli rossi degli ospedali della nostra provincia - precisa - la quale, con i meccanismi di compensazione, contribuisce in modo determinante al raggiungimento dell’autosufficienza regionale e dà una mano anche ad altre Regioni. Autosufficienza che si estende anche al fabbisogno di medicinali emoderivati, ricavati dal plasma offerto dai nostri donatori".
Le sezioni Afds sono le principali artefici delle tante iniziative volte a far crescere la cultura della donazione di sangue ed emocomponenti: serate di informazione sulla trasfusione e promozione della salute e dei corretti stili di vita, ma anche attività, molte volte portate avanti assieme ad altre associazioni del territorio, che spaziano nel campo della cultura, dello sport e dello spettacolo. Un altro ruolo svolto dalle sezioni è l’accompagnamento del donatore nella sua attività, raccogliendo le prenotazioni per la donazione e, all’occorrenza, effettuando le chiamate. Da quando l’associazione è nata molte cose sono cambiate nel mondo della trasfusione di sangue, da ultimo l’introduzione della donazione programmata. L’obiettivo è sempre quello di dare all’ammalato un supporto adeguato, efficiente e sostenibile. "Su questi argomenti si è lavorato molto come associazioni, assieme ai professionisti del settore - osserva Baita - e sono stati raggiunti risultati incoraggianti, soprattutto nella nostra provincia, che varie volte viene additata come esempio. E’ però un percorso che deve continuare e deve coinvolgere tutti i donatori e responsabili associativi, nella sacrosanta prospettiva di dare sempre il miglior prodotto possibile e nella quantità necessaria all’ammalato".
Milena Bidinost
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