1 maggio: nel Veneto dinamica positiva ma in rallentamento
Il settore in generale rallentamento è il terziario, mentre l’industria dà buoni risultati e l’agricoltura è stabile.
Fanno da traino il metalmeccanico e le costruzioni, mentre il commercio ed il turismo vedono ridursi di due terzi il proprio saldo occupazionale rispetto al 2017
Quanto lavoro in Veneto? Quale lavoro? "La Bussola", periodico on-line di Veneto Lavoro, nell’edizione del febbraio scorso, trattava l’andamento dei posti di lavoro a tutto il 2018: "Per il lavoro dipendente, il bilancio del 2018 è positivo". Il saldo e di +36.200 posizioni lavorative, caratterizzato dai contratti a tempo indeterminato (+22.200). "Il risultato complessivo, pur leggermente inferiore a quello dell’anno precedente (+40.500 unità), rimane in continuità con l’espansione iniziata nel 2015".
Si osserva però che "gli ultimi trimestri dell’anno hanno fatto registrare un rallentamento del ritmo di crescita", anche se "l’occupazione non sembra ancora scontare il mutamento di clima congiunturale". Alcuni indicatori economici evidenziano infatti che l’attuale scenario economico è problematico, tra crescita ridotta, stagnazione e recessione tecnica.
DATI 2018
Ecco i dati numerici del 2018: "Su base annua i contratti a tempo indeterminato risultano in forte aumento (+22.200), soprattutto grazie alle trasformazioni da tempo determinato, raddoppiate rispetto all’anno precedente (59.800 contro 30.200)". "Ciò è dovuto prevalentemente al boom delle assunzioni a termine verificatosi nel 2017, che a un anno di distanza ha generato un fisiologico aumento delle trasformazioni, spinto ulteriormente dal protrarsi di una congiuntura positiva, dall’incentivo strutturale per l’assunzione di giovani under 35 e dagli effetti del Decreto Dignità".
SITUAZIONE
Il settore in generale rallentamento è il terziario, mentre l’industria dà buoni risultati e l’agricoltura è stabile.
Fanno da traino il metalmeccanico e le costruzioni, mentre il commercio ed il turismo vedono ridursi di due terzi il proprio saldo occupazionale rispetto al 2017. Rimangono negativi i servizi finanziari, il tessile-abbigliamento e la pubblica amministrazione.
La crescita maggiore riguarda le province a maggiore presenza manifatturiera, quali Treviso e Vicenza, mentre si registrano performance meno brillanti a Venezia e Padova, dove prevalgono i servizi. Verona registra il miglior saldo regionale, mentre a Belluno e Rovigo le variazioni positive sono modeste.
La prossima edizione della Bussola, con i dati del primo trimestre 2019, uscirà a fine maggio. La dinamica positiva del 2018, anche se in rallentamento, "non è stata ancora sufficiente ad assicurare il recupero dei livelli pre-crisi, quelli del biennio 2007-2008". In quel periodo si è sviluppato un rapido e dirompente cambiamento di paradigma economico. La Lombardia c’è già riuscita nel 2017 mentre l’Emilia Romagna dovrebbe esserci nel 2019.
Antonio Martin
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