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Pordenone: l'Emporio solidale da cinque anni sostiene le famiglie in difficoltà

Grazie ai volontari legati alla Caritas diocesana e ai fondi dell'8xmille

Parole chiave: Emporio solidale (3), Caritas (38), 8xmille (21), Solidarietà (38)
Pordenone: l'Emporio solidale da cinque anni sostiene le famiglie in difficoltà

Da cinque anni opera, in via Montereale 1, a Pordenone, una realtà che offre una risposta più solidale a quelle famiglie che hanno bisogno di una mano per arrivare a fine mese. Famiglie nelle quali non è detto che manchi il lavoro, ma nelle quali la retribuzione non è sufficiente per permettersi di andare a fare la spesa in un supermercato. Se è vero che le realtà caritative del territorio hanno sempre provveduto a questa esigenza con le borse spesa, che comunque continuano ad esserci, si è pensato che questo non fosse sufficiente. Allora si misero insieme la Caritas diocesana, il comitato di Pordenone della Croce Rossa, la Chiesa Evangelica Battista e la Società San Vincenzo di Pordenone per pensare a qualcosa di nuovo, un emporio nel quale consentire alle persone di fare la spesa, scegliendo i prodotti più rispondenti alle esigenze della famiglia. Come ha raccontato Andrea Barachino, direttore della Caritas diocesana, durante i festeggiamenti per i cinque anni di attività, “l’Emporio è nato da una ricerca nei luoghi dove realtà simili erano già presenti, per imparare un nuovo approccio alla spesa: è stato un percorso che non abbiamo fatto da soli, ma accompagnati anche da alcune persone che frequentavano i Centri di Ascolto per le borse spesa, per testare le loro esigenze e per verificare che il modello di un emporio potesse essere davvero utile alle loro famiglie. Loro dissero di sì, e ci diedero maggiore impulso verso questa nuova iniziativa mettendosi a disposizione, in prima persona”.

Una spesa diversa

E da allora all’Emporio si può davvero fare una spesa che si sceglie, dove si è accolti con un sorriso e si è indirizzati a quei prodotti che arricchiscono l’alimentazione e fanno bene alla salute. Tatiana Pillot, responsabile dell’Emporio, ha ricordato che sono coinvolte nell’approvvigionamento di generi alimentari oltre una cinquantina di realtà, tra aziende, fondazioni, associazioni e privati cittadini. Oltre a queste, importanti sono le risorse dell’8x1000 che mette a disposizione dell’Emporio la diocesi. Tutti sono motivati dalla prospettiva di offrire alle famiglie in difficoltà la maggiore varietà dei prodotti, accompagnata dalla qualità degli stessi, in modo che gli scaffali siano sempre ricchi di merce che permetta una spesa diversificata e soddisfacente per chi la fa. Per accedere all’Emporio gli interessati si rivolgono al Centro di Ascolto della Caritas, oppure ai diversi Centri di Ascolto delle parrocchie di Pordenone e Cordenons, per ottenere una tessera punti, con la quale ottengono ciò di cui hanno bisogno facendo una spesa che non si paga, una spesa che fa la differenza.

Sinergie

Il pastore Daniele Podestà, della Chiesa Evangelica Battista, ha sottolineato la grande collaborazione che esiste tra chi opera per rendere sempre più efficiente l’Emporio: “noi siamo impegnati perché una realtà come questa non serva più, perché ciò significherebbe che nessuno ne ha più bisogno. Intanto l’istituzione dell’Emporio ha anche avuto una valenza profetica – ha aggiunto- perché è nato prima della pandemia e ha potuto aiutare tutte quelle famiglie che in quei due anni si sono ritrovate in una situazione di povertà”. Anche Martina Zanin della Croce Rossa e Vittoria Netto della San Vincenzo hanno messo in evidenza gli obiettivi comuni di chi ha fondato l’Emporio, quelli di creare un luogo in cui le persone potessero venire senza traumi a fare un atto necessario alla loro esistenza, con la possibilità di trovare accoglienza, imparando a fare una spesa utile alle loro esigenze. Il vescovo Giuseppe Pellegrini ha sottolineato come l’Emporio sia un esempio di ecumenismo, un luogo mosso dall’idea che “il bene vada fatto bene, condividendo un percorso che è iniziato dal basso, per rispondere ad esigenze concrete con un lavoro collettivo che ha fatto crescere tutti”.

I dati e i volontari

E i numeri parlano da soli: in cinque anni sono stati distribuiti 25.585 carrelli, per un valore di 531.375,38 euro. Le tessere attivate sono state 516, per un totale di utenti che sfiora la cifra delle 3 mila persone: ci sono tante famiglie giovani, spesso con bambini, la maggior parte straniere, anche se gli italiani non mancano. A volte i più anziani in difficoltà anche fisiche sono stati aiutati con consegne a domicilio. Preziosissimo il lavoro di una cinquantina di volontari che si alternano nel servizio alle famiglie. “I volontari sanno fare un po’ di tutto”, ci racconta Maria Grazia Salvadori, una voce per tutti loro, “ognuno dedica qualche ora alla settimana per scaricare le merci, disporle sugli scaffali, aiutare le persone a fare la spesa. Questo significa anche insegnare loro ad usare i prodotti freschi, per esempio le verdure che non conoscono. Un’attenzione particolare è indirizzata ai bambini, alla loro alimentazione e a offrire qualche piccola gratifica che le famiglie non potrebbero permettersi in un supermercato convenzionale”.

Martina Ghersetti

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