Cordenons: il progetto Oasi2 accoglie e avvia nel mondo gli ex carcerati
'oasi è un piccolo luogo di bellezza. Tutt’attorno potrà anche esserci il deserto dei sentimenti, ma in quel posto fertile si distribuisce solidarietà e si costruisce umanità. Si è fatta "casa" per dare ospitalità a persone in uscita dal carcere. La disperazione diventa ricerca interiore. Tutto grazie ai fondi dell'8xmille: da una firma a una casa accogliente
L'oasi è un piccolo luogo di bellezza. Tutt’attorno potrà anche esserci il deserto dei sentimenti, ma in quel posto fertile si distribuisce solidarietà e si costruisce umanità. Pensavano a questo, i fondatori di "Oasi 2": nel 2014 una casa colonica abbandonata è stata trasformata in una struttura accogliente, nelle campagne di Cordenons.
Si è fatta "casa" per dare ospitalità a persone in uscita dal carcere. La disperazione può diventare ricerca interiore. Vi si accede con un patto a tempo con cui gli ospiti si impegnano a rispettare alcune regole essenziali di con
vivenza comunitaria e di autogestione degli spazi comuni, compresi gli orti e la piccola fattoria. È un luogo di serenità, che favorisce un percorso di rinascita e di inclusione sociale.
"Ero carcerato e siete venuti a trovarmi" è forse l’opera di misericordia, contenuta nel messaggio evangelico, più difficile da esaudire, a causa di pregiudizi ideologici e luoghi comuni. I carcerati sono considerati "scarti".
La diocesi, attraverso la sensibilità del vescovo, sostiene concretamente la struttura come segno di promozione della dignità umana. Interviene sul bilancio con una quota dell’otto per mille.
Altri apporti arrivano dagli stessi ospiti, quando trovano un’occupazione che spesso è facilitata dai rapporti con la cooperativa sociale "Oasi", molto impegnata nell’inserimento lavorativo di persone in difficoltà. Quel numero "2" dà infatti continuità.
Anche le famiglie rientrano nel progetto per rompere la solitudine e superare frustrazioni e sensi di colpa.
Le istituzioni comunali (servizi sociali) più sensibili danno un contributo quando sono coinvolti dei loro cittadini residenti. Quest’ultimo è un investimento di valore sociale.
La gestione della casa è curata dai volontari dell’associazione Carcere e Comunità, sotto la regia di don Piergiorgio Rigolo, cappellano del carcere di Pordenone.
"Oasi 2" è una struttura di inclusione con orizzonti allargati alla comunità. Sarebbe riduttivo legarla ai destini dei pochi ospiti.
La sua presenza sul territorio sollecita la comprensione dei problemi carcerari e dei diritti umani da parte dell’intera società.
Va sostenuta come una struttura di tutti: chi è all’interno viene incoraggiato a trovare, nella serenità di un’oasi, le opportunità di riprendersi la vita con fiducia; chi è all’esterno può entrare in relazione con un mondo fatto di persone che meritano il rispetto riconosciuto dalla nostra Costituzione: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".
Si tratta di invertire il senso di marcia, a partire dalle coscienze, per superare l’idea del carcere come "luogo a perdere".
I risultati di inclusione si ottengono invece con il coinvolgimento del detenuto in attività culturali, formative e occupazionali. Si tratta di mettere in movimento un meccanismo virtuoso per contenere il fenomeno della recidiva. Chi sbaglia deve trovare la via della riconciliazione con sé stesso e gli altri. Non può restare marchiato a vita per il suo reato. Ecco che i progetti come "Oasi 2" assicurano relazioni più umane.
Giuseppe Ragogna
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento