Un anno di Covid, la scuola ha camminato accanto a ragazzi e famiglie
In presenza e con la Dad
Un anno di convivenza con il Covid. Lunghissimo, segnato da tragiche incertezze, paure, barlumi di speranza. Giallo, arancione, rosso a intermittenza, clima di reciproco sospetto nei confronti di possibili "untori" del nostro tempo… Ragazzi stanchi, stremati dalla fatica della scuola a distanza. Ragazzi che oggi scoprono la bellezza della scuola in presenza, che hanno desiderato intensamente ritornare tra i banchi.
"Scoprire il fascino irrinunciabile della scuola in presenza significa accorgersi - come scriveva lo scorso mese di marzo alle famiglie Vincenzo Tinaglia, dirigente di un Istituto tecnico-professionale - che abbiamo di fronte un’evidenza: una vita senza la scuola significa perdere un pezzo della propria identità, del proprio essere e del proprio esistere come individuo che si fonde dentro una comunità. Questa comunità che torna a vivere, paradossalmente, nella distanza dei bit che scorrono, nelle frequenze delle onde radio. Mai avremmo pensato a Whatsapp come luogo di apprendimento, al cellulare come strumento necessario per fare i compiti e seguire le lezioni. Eppure è successo: senza che ce ne accorgessimo è stato attraversato un confine".
Un pensiero grato alle famiglie
E poi un pensiero grato per le famiglie: "Da padre non posso che condividere gli sforzi che state facendo. Il fardello che state sopportando è grande. Tenete duro, non facciamoci prendere dal panico e attendiamo con serenità che migliori la situazione. Noi in questo momento di profonda incertezza vi siamo vicini. Grazie per tutto quello che state facendo. Motiviamo insieme i Vostri figli allo studio, non mollate la presa".
La straordinaria lettera inviata alle famiglie si conclude con un messaggio primaverile di speranza, in poesia. Sono versi di Emily Dickinson di cui riportiamo qualche stralcio: Una luce c’è in primavera / Una Luce esiste in Primavera / Un Colore sta là fuori… Quasi ti parla".
I cammini mai intrapresi
Tra le diffuse ombre disseminate ovunque dal Covid, abbiamo colto questa luce che si è accesa in una scuola, ma che in svariati modi ha invaso tutte le scuole di ogni ordine e grado per illuminare di fiducia e speranza cammini mai intrapresi prima e procedere in compagnia con i bambini e i ragazzi e con le loro famiglie.
"Non possiamo tuttavia ignorare - come asserisce il vicario di un Istituto di secondo grado- le ombre che si sono dilatate in tante famiglie in difficoltà coinvolgendo i ragazzi più fragili, aggravando l’isolamento sociale che non fa bene ad alcuno, determinando il disagio espresso dai ragazzi ’fantasma’ che spesso non rispondevano all’appello del collegamento virtuale. Confusione, fatica, incertezze, famiglie stremate da vari problemi spesso preesistenti e talvolta piegate dalla subdola invadenza del virus. Le ripercussioni sulle famiglie lasceranno in alcuni casi macerie, ma ci sono state anche numerose esperienze di solidale collaborazione e di reciproco sostegno. Nuovi legami lanciati come ponti da tante famiglie aperte e generose ad altre in palese difficoltà e accolti come una benedizione. La Scuola, da parte sua, è presente e non intende lasciare indietro nessuno, da solo…Darà il massimo anche nel prossimo futuro per il recupero dei più deboli e lo farà gradualmente, in collaborazione con le famiglie".
Fra gli aspetti positivi, determinati dalla pandemia, si è pure registrata una fortissima accelerazione nella formazione dei docenti alla Dad e tra gli studenti si è diffuso un uso più consapevole della tecnologia. Inoltre, grazie ai finanziamenti pubblici la maggior parte delle aule è stata dotata di lavagne interattive e agli studenti in difficoltà familiari sono stati forniti adeguati strumenti per il collegamento in rete.
Nuova alleanza scuola- famiglie In tutte le scuole è senza dubbio aumentata l’idea di comunità educante e si è maggiormente qualificata la collaborazione scuola-famiglia per realizzare un fronte compatto nel difficile periodo dell’emergenza.
Abbiamo chiamato in causa la scuola dei più grandi, ma concludiamo con un pensiero di Andrea, di terza primaria:" Spero che tutti possano avere delle sorelle come le mie, con le quali ho giocato tanto in giardino quando non potevamo allontanarci da casa. Inoltre in caso di bisogno potevo parlare con la mamma che lavorava a distanza. Purtroppo non potevo vedere né i nonni né gli amici, ma ora sì, finalmente! Dico a tutti di stare tranquilli che il virus passerà e poi sarà grande festa per tutti".
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