Mani di donne straniere che curano gli ultimi
La testimonianza
Due donne straniere che vivono a Pordenone da molti anni e che provengono da paesi di fortissima emigrazione, una bianca e una nera, accomunate da un difficile lavoro, curare i resti, gli scarti della nostra società, così come li chiama Papa Francesco.
Non sono le uniche donne ad occuparsi dei nostri "scarti", anche molte donne italiane lo fanno, anche qualche uomo. Ma la storia di queste donne straniere incontrate per caso, perché vicine di casa, mi ha colpito. Il fatto che una sia di pelle bianca e una di pelle nera, mi colpisce di più, il fatto che una ha una laurea in chimica in tasca (non riconosciuta in Italia) e l’altra un diploma di scuola superiore e parla in modo disinvolto quattro lingue, colpisce ancora di più.
Una lavora per una cooperativa in una Rsa e l’altra sempre per una cooperativa in una struttura pubblica che si occupa di malati psichiatrici non gestibili a domicilio.
Anziani e malati psichiatrici sono frontiere di estrema povertà, povertà di relazioni, povertà di prospettive, povertà di sorrisi, di carezze e ,ormai da un anno, povertà di incontri con i propri familiari per rispettare norme sanitarie (a mio modesto parere) dettate dall’emergenza, ma che si sono dimostrate non capaci di proteggere i nostri anziani e non attente alla vera cura delle persone.
Le due donne sono entrambe madri, sono arrivate in Italia per un futuro migliore, molti anni fa, non scappavano da guerre o persecuzioni, avevano visto alla tv che in Europa si sta bene. Avevano qualche parente in Italia, hanno fatto quello che hanno fatto tanti pordenonesi, cordenonesi... 100 anni fa quando partivano con le valigie di cartone per l’America e/o la Francia.
Hanno fatto tanta fatica ad imparare l’italiano, hanno fatto fatica a trovare un lavoro, poi nel lavoro di cura, di cura dei più poveri, hanno trovato una propria realizzazione passando attraverso un corso per Oss (Operatore Socio Sanitario).
Chissà se i familiari di questi anziani, di questi malati psichici sono grati a queste cure straniere o se appartengono a quelle categorie che affermano con foga "chiudiamo i confini", "difendiamo il nostro paese"?
Ogni nazione ha sempre lasciato la cura dei deboli e i lavori più faticosi agli ultimi, arrivati dai paesi più poveri e con meno possibilità di far vedere le proprie competenze di studio e di professionalità. Non meraviglia che anche l’Italia faccia questo. Ma siamo capaci di arrenderci all’evidenza e ringraziare quanti ci danno una mano in questi settori in crescita e sempre più in difficoltà? Aumenta l’età media del paese, aumentano gli anziani e gli anziani assolutamente soli, dice l’Assistente Sociale del mio Comune.
Il Covid ha fatto esplodere tanti disagi psicologici e psichiatrici che prima erano ancora compensati e gestiti in famiglia. Ringraziamo queste donne straniere che si occupano dei nostri "scarti".
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