Pordenonelegge: sabato 21 attesa per l'incontro con Azar Nafisi, voce delle donne dell'Iran e del mondo
Riceverà il premio Crédit Agricole "La storia in un romanzo" per averci insegnato a partire da "Leggere Lolita a Teheran", poi con "La repubblica dell’immaginazione" infine con "Leggere pericolosamente" che quando sono in pericolo l’immaginazione e le idee, è in pericolo anche la nostra stessa libertà, che ricordiamo non è, come affermano le donne iraniane, orientale o occidentale, ma è globale.
a libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale solo quando comincia a mancare". Ho pensato a questa famosa frase del Costituzionalista Piero Calamandrei quando ho letto l’ultimo decreto, entrato in vigore in Afghanistan, composto da 35 articoli, emesso formalmente dal leader supremo Hibatullah Akhundzada, al potere dl 2021, e reso pubblico dal ministero della Propaganda della virtù e della prevenzione del vizio, in particolare contro le donne, che non potranno più parlare in pubblico, né cantare. Un vero orrore, come afferma Caterina Caselli in un video, perché il coro, il canto è la voce dell’anima, che non si può tacitare. Persino gli schiavi, con le catene al collo avevano la possibilità di cantare, perché il canto è una forma di elevazione che ti consente anche di dimenticarti della realtà.
Agli uomini è fatto divieto di radersi, alle donne di far sentire la propria voce in pubblico. A tutti indistintamente di ascoltare o suonare musica.
Numerose donne afghane, sia nel paese che all’estero, stanno rispondendo alle nuove regole condividendo video online in cui cantano apertamente, in segno di sfida. La maggior parte delle donne appare nei video coperta dal burkha, per proteggere la propria identità.
Sembra di leggere un romanzo distopico, invece sono norme giuridiche reali, destinate soprattutto alle donne, che in pubblico devono sempre velare completamente il loro corpo, compreso il viso, per evitare di indurre gli uomini in tentazione e vizio. Soprattutto le loro voci sono considerate potenziali strumenti di corruzione e quindi le nuove restrizioni stabiliscono che non sarà loro consentito parlare in pubblico. La voce di una donna secondo la norma è considerata privata, quindi non dovrebbe essere ascoltata da persone che non fanno parte della loro famiglia mentre canta, recita o legge ad alta voce. "Ogni volta che una donna adulta esce di casa per necessità, è obbligata a nascondere la voce, il volto e il corpo" affermano le nuove leggi. È poi vietato per le donne guardare gli uomini a cui non sono legate da parentela di sangue o matrimonio, escludendo donne e ragazze da quasi ogni aspetto della vita pubblica e negando loro \l’accesso all’istruzione.
Si sta realizzando quello che i gruppi per i diritti umani hanno definito una "apartheid di genere".
Così anche in Iran, in cui ci sono state tante manifestazioni in cui queste ragazze vengono messe in carcere perché non vogliono che le donne abbiano gli stessi diritti degli uomini.
Di fronte a tutta questa ingiustizia penso che noi donne libere abbiamo il dovere di far sentire la nostra "voce" in loro difesa. Soroptimist International, Club di Pordenone, a questo proposito, ha aderito al service nazionale a favore di una borsa di sussistenza (vitto e alloggio) per una studentessa afghana Aziza Naderi, già preiscritta all’Università di Padova.
Aziza, laureata in giurisprudenza prima dell’arrivo dei Talebani, vuole sfuggire al destino che l’attende di sicuro in Afghanistan (matrimonio combinato, rinunce, sottomissione) e proseguire gli studi in Italia. La sua storia è raccontata nel libro "In una notte afghana" di Pamela Ferlin, una giornalista padovana, collaboratrice del Corriere della Sera, che discuterà il suo libro al Club di Bassano, ad ottobre, promotore dell’iniziativa con l’Università di Padova, all’interno del percorso del Soroptimist International del Triveneto "Bookinterclubaretè". Prima di questa occasione, le socie soroptimiste del Triveneto, in collaborazione di Pordenonelegge, potranno partecipare all’incontro di sabato 21 , alle 18, al Teatro Verdi, con la famosa scrittrice iraniana Azar Nafisi, oppositrice del regime iraniano, che riceverà il premio Crédit Agricole "La storia in un romanzo" per averci insegnato a partire da "Leggere Lolita a Teheran", poi con "La repubblica dell’immaginazione" infine con "Leggere pericolosamente" che quando sono in pericolo l’immaginazione e le idee, è in pericolo anche la nostra stessa libertà, che ricordiamo non è, come affermano le donne iraniane, orientale o occidentale, ma è globale.
Fiorenza Poletto
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento