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In preghiera per l'Unità dei cristiani

La diocesi ormai da anni si pone in prima linea su questa strada: la strada della preghiera che diventa incontro, relazione, stile di vita, ascolto, decisione, e tutto intriso dalla gentilezza. Non potrebbe essere diversamente per chi si sofferma davanti al bambino di Betlemme. Doppio appuntamento: il 21 e il 24 gennaio

Parole chiave: Settimana (30), Preghiera (40), Incontri (18), Ecumenismo (9), Diocesi (193)
In preghiera per l'Unità dei cristiani

  itolo sorprendente quello della prossima settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: "Ci trattarono con gentilezza", tratto dal libro degli Atti (Atti 28,2), predisposta dai cristiani di Malta. Forse questo spiega la scelta fatta, bella sia per il riferimento a Paolo che approda a Malta che, soprattutto, per l’attualità alla quale si riferisce.
Questione grave e urgente quella dei migranti, che nel recente Convegno di Malta ha forse trovato una via di risoluzione, diventando una questione sempre più europea, quindi distribuita per l’ospitalità richiesta in tutti gli Stati europei. Sarà così? E’ legittimo dubitare che non sarà semplice muoversi in concerto, facendo sì che ogni Stato si assuma le proprie responsabilità, ma intanto una strada è stata tracciata e già questo è rilevante. Veder morire in mare persone, che hanno l’unica colpa di volersi aprire a una nuova speranza di vita, costretti o meno che siano, era ed è insopportabile ad una coscienza civica elementare. Ben venga, quindi, quest’apertura.
Soprattutto le chiese non possono limitarsi a stare a guardare. La proposta di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno va in questa direzione. Come pure varie iniziative messe in atto dalle chiese in Europa, in particolare "i corridoi umanitari" promossi dalle chiese presenti in Italia per un’azione congiunta tanto coraggiosa quanto capace di superare il timore di un eccessivo dispendio di energie e risorse, andando oltre a valutazioni, anche politiche, ripiegate più su un atteggiamento di preoccupazione che sull’apprezzamento e condivisione di scelte di questo tipo. La proposta delle chiese di Malta, quindi, e prima ancora le chiese stesse di Malta, sono più che mai un incentivo a promuovere iniziative coraggiose, anche un simbolo per un’azione umana e sociale nei confronti del fenomeno migratorio nel nome della "gentilezza".
La "Segreteria delle chiese" attiva nel nostro territorio, composta da evangelici battisti, ortodossi, dalla diocesi e dalla chiesa valdo-metodista, vi si è riferita per proporre alcuni momenti di preghiera e alcune scelte operative.
Per martedì 21 gennaio è previsto un incontro di preghiera presso la parrocchia dei ss. Ruperto e Leonardo a Vallenoncello, sul tema: "Spezzare il pane per il viaggio", con l’omelia tenuta dal pastore battista.
Per venerdì 24 gennaio un secondo incontro di preghiera presso la chiesa cristiana evangelica battista di via Grigoletti, con l’omelia tenuta da un prete ortodosso, presente anche il vescovo, mons. Giuseppe Pellegrini, sul tema: "Ospitalità: accogliere con gentilezza". Le offerte raccolte, uno dei passaggi ormai consueti di questi incontri, caro soprattutto alla chiesa battista, vanno rispettivamente a sostegno dei corridoi umanitari e della comunità Ernesto Balducci (Udine), da sempre attenta alla questione degli immigrati. A tutti e due gli incontri sarà presente la corale ecumenica.
"Con gentilezza": un’espressione in altri tempi normale, oggi piuttosto controcorrente. Si preferisce gridare quanto si ritiene opportuno fare o rivendicarlo, mentre è ben più confacente con la vita umana, di ogni persona, aggregazione e popolo, esprimersi con gentilezza, con rispetto e apertura serena e sincera all’incontro e alla collaborazione, di certo più confacente alle chiese che testimoniano, o dovrebbero testimoniare, la presenza di Dio negli avvenimenti della storia a partire dalla Croce e prima ancora dal Natale, per soffermarci alle festività appena celebrate, a partire cioè dalla "compassione" con la quale Dio si apre all’umanità e dalla "simpatia" con la quale cammina accanto ad essa.
Ogni chiesa è chiamata a fare la propria parte.
La diocesi ormai da anni si pone in prima linea su questa strada: la strada della preghiera che diventa incontro, relazione, stile di vita, ascolto, decisione, e tutto intriso dalla gentilezza. Non potrebbe essere diversamente per chi si sofferma davanti al bambino di Betlemme e, davanti all’ingiustizia e alla violenza, fa propria la risposta che proviene del Golgota.
don Giosuè Tosoni
delegato per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso

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