Pordenone: il 1e e 14 al teatro comunale Verdi l'enfant prodige Leonardo Manzan
"Echo-chamber" in prima assoluta dopo il leone d'oro alla Biennale di Venezia
Vincitore solo lo scorso anno del Leone d’Oro alla Biennale Teatro di Venezia per aver firmato il miglior spettacolo 2020, (“Glory Wall”), l’enfant prodige della regia Leonardo Manzan, classe 1992, cresciuto nelle file degli artisti della scena delineate in questi anni da Antonio Latella alla Biennale, debutta in prima nazionale martedì 13 e mercoledì 14 luglio al Teatro Verdi di Pordenone (ore 21.00 sala Teatro Due) nell’ambito della ricca programmazione estiva in corso, con il nuovo spettacolo “Eco-Chamber”, prodotto da La Fabbrica dell’Attore, Elledieffe con Teatro Verdi Pordenone.
Romano di origine e milanese di adozione Leonardo Manzan è un artista di indubbio talento, abituato ad analizzare il teatro in stretto rapporto con i nostri tempi, che si è distinto negli ultimi due anni per l’originalità e la validità dei suoi lavori. In Eco-Chamber, liberamente ispirato a L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett, Manzan si confronta con un classico del teatro contemporaneo. Tra ironia e disincanto, mentre il “nastro della vita” si riavvolge, riaffiorano i ricordi del passato e avanzano le speranze per il futuro. In questa nuova sfida il giovane regista è ancora affiancato dal suo prezioso e affiatato team di coetanei: Rocco Placidi per la drammaturgia e Paola Giannini protagonista in scena.
In una tarda sera nel passato, solo nella sua tana, Krapp registra il primo nastro. Krapp è un clown. Un giovane clown alle prese con il primo tassello della sua opera monumentale. Lentamente posiziona i microfoni, uno dopo l’altro, finché non si ritrova in trappola. I microfoni lo circondano, lo puntano, pronti a captare ogni parola, ogni verso, ogni passo, inciampo, respiro, a catturare ogni tremito della sua voce. Krapp esita. Poi li accende. Il giovane Krapp parla a un clown di trent’anni più vecchio, gli parla delle sue speranze, illusioni, entusiasmi. Krapp che si registra parla al sé stesso del futuro. Così dà inizio a un falso dialogo. Da questo momento in poi tutto sarà registrato e, a suo piacimento, riprodotto, presente in una continua ripetizione. Come in un’eco. Un’eco che può accendersi e spegnersi. Krapp si registra. Si riascolta. Non si riconosce. Cancella le parti che trova sgradevoli, riprova finché il risultato non lo soddisfa… Il nuovo spettacolo di Manzan è incentrato proprio su questa dinamica di registrazione e ritrasmissione della voce del protagonista. Grazie al montaggio dei suoi pensieri, delle sue speranze crea la sua identità: il risultato appare completamente diverso dalla fonte originale. Krapp ora si riconosce.
I falsi dialoghi, arrivano a essere indistinguibili, a coincidere, e fanno dell’intero teatro una camera La metafora dell’eco-chamber è utilizzata per quelle situazioni in cui si viene a contatto solo con idee che ci rassicurano delle nostre scelte e ci confermano nelle nostre opinioni. Per questo Krapp costruisce la sua prigione in una camera d’eco, perché cerca disperatamente di riconoscersi. Come noi, quando andiamo a teatro.
Lunedì 12 luglio, il Verdi ospita, invece, un appuntamento musicale rivolto ai più piccoli: con “Playtoy Orchestra” - in programma alle 20.00 in piazzetta Pescheria – si dimostra che ci si può avvicinare alla grande musica a tutte le età, ricordando che in molte lingue i verbi suonare e giocare si traducono allo stesso modo.
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