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Riforma del Terzo settore nel Fvg

I valori del volontariato per cambiare la società, le opportunità della riforma varata dalla Regione Friuli Venezia Giulia

Riforma del Terzo settore nel Fvg

Il Terzo Settore si può candidare al cambiamento della società, dell’economia e della politica regionali, nel senso di una maggiore solidarietà e giustizia sociale se riuscirà a cogliere le opportunità della riforma varata nel luglio scorso dal Governo italiano. Una riforma che incide su realtà eterogenee che vanno dalle università private, alle fondazioni bancarie, dalle associazioni per la sagra patronale e alle società sportive del paese. Tutti questi sono Ets, Enti del Terzo Settore, ora regolati da Codice che racchiude sia i temi dell’identità dei sodalizi, sia quelli delle loro finalità che dell’operatività degli stessi. Una riforma che si fonda sui valori della solidarietà e della partecipazione che sono all’origine dell’associazionismo in Italia. E’ in questa ottica che il Forum del Terzo Settore FVG, il  Csv, Centro Servizi Volontariato e la Regione Friuli VG hanno organizzato un percorso informativo e di coinvolgimento delle organizzazioni della nostra regione chiamato ’Terzo Settore 2.0’. La presentazione a tutti gli interessati di questo percorso è avvenuta il 20 gennaio in un convegno che si è tenuto all’Auditorium della Regione a Udine riempito da 500 iscritti a cui si devono aggiungere altre 200 persone che non sono potute entrare per motivi di sicurezza. Questo momento è stato preceduto da un seminario riservato agli addetti ai lavori a cui hanno partecipato 300 tecnici. "E’una riforma vasta, per cui c’è la necessità di accompagnare gli enti senza che questi si facciano prendere dall’ansia" ha detto durante il seminario il presidente del Csv Marco Iob; i tempi per un lavoro ponderato ci sono, gli Ets hanno 18 mesi di tempo per adeguare i loro statuti e anche il Servizio Volontariato della Regione è pronto a supportare gli enti in questo cammino.
"E’ una riforma con tanti chiaroscuri - ha detto durante il seminario il giurista Emanuele Rossi della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - che in apparenza sembra essere più adeguata alle grandi organizzazioni ben strutturate piuttosto che alle piccole realtà volontaristiche".  Una riforma che rischia di aumentare la burocrazia, ma che cerca anche di fare pulizia dal finto no profit, fornisce agevolazioni fiscali e strumenti finanziari precisi per il Terzo Settore e soprattutto dà a questo mondo delle grandi responsabilità nella realizzazione di interventi sociali, culturali, ambientali sul territorio.  Il Codice lo esplicita in diversi punti, tra cui l’articolo 55 in cui si parla dell’obbligo delle amministrazioni pubbliche a concertare con gli Ets la programmazione e la progettazione degli interventi - come ha sottolineato nelle conclusioni del seminario Paolo Felice, uno dei portavoce del Forum.
Durante il seminario non sono mancate critiche alla riforma e sottolineature delle difficoltà a fare volontariato oggi. Il portavoce del Forum, Franco Bagnarol, ha chiesto esplicitamente un assessorato regionale per il Terzo Settore, come esiste quello al Commercio o all’Industria e una legge per la sussidiarietà; richiesta troppo dirompente per la macchina amministrativa, secondo la presidente regionale Serracchiani, meglio un coordinamento tra assessorati. Il confronto è comunque aperto e c’è un tavolo di lavoro tra Regione e Terzo Settore che dovrà stabilire come recepire la riforma. "Dobbiamo guardare oltre i limiti della legge, richiamando lo spirito originario del volontariato, quello di far partecipare i cittadini e renderli protagonisti della vita sociale"  ha concluso Paolo Zenarolla, neopresidente del Comitato regionale del Volontariato.

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