41° Meeting di Rimini: senza meraviglia non c'è sublime
"Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime" è il tema della 41ma edizione del Meeting per l’amicizia dei popoli che si svolgerà a Rimini dal 18 al 23 agosto.
“Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime” è il tema della 41ma edizione del Meeting per l’amicizia dei popoli che si svolgerà a Rimini dal 18 al 23 agosto. Un Meeting che, per effetto della pandemia Covid-19, lascia – per quest’anno – la sua tradizionale location della Fiera per ricollocarsi all’interno di una struttura quella del Palacongressi, più piccola, quasi a significare un ritorno alle origini di questa esperienza. Il ‘popolo’ del Meeting non sarà presente come gli anni scorsi ma è comunque atteso sulla rete, dove il programma verrà rilanciato in ogni suo evento. Sarà uno dei primi momenti di riflessione collettiva sull’Italia e l’Europa del post-Covid: tutti gli speech e gli spettacoli saranno trasmessi in diretta in italiano e in inglese e numerosi incontri on demand anche in spagnolo, tedesco e altre lingue. Inoltre in una decina di Paesi esteri, oltre che in cinquanta città italiane, sono previsti momenti pubblici di diffusione e trasmissione dell’evento.
Bernhard-Scholz, presidente della Fondazione Meeting
A pochi giorni dall’apertura – che dovrebbe vedere come primo ospite Mario Draghi, già governatore di Bankitalia ed ex presidente della Bce – il Sir ha intervistato Bernhard Scholz, presidente della “Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli”, organizzatrice del Meeting.
Presidente, l’anno scorso quando, alla fine del 40° Meeting, fu annunciato il tema di questa edizione – “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime” – nulla lasciava presagire la pandemia di Covid-19. Il Coronavirus ha squarciato certezze, prospettive, programmi e ridefinito nuove priorità e stili di vita. Parlare allora di “meraviglia e di sublime” potrebbe sembrare anacronistico e fuori tempo. È davvero così oppure il tema si presenta ancora attuale?
Abbiamo deciso di mantenere questo titolo perché ci siamo accorti, proprio in mezzo al lockdown, di quanto sia stata una scelta, potremmo dire, quasi profetica. Ci siamo davvero meravigliati di come medici, infermieri, insegnanti, genitori, volontari, parroci hanno affrontato questa situazione drammatica con una dedizione fino al sacrificio. Sono stati capaci di gesti anche non abbiamo esitato a definire eroici e di una pazienza e creatività quasi impensabili perché hanno provato un ultimo stupore di fronte ai malati, ai ragazzi, ai bisognosi. In queste e altre esperienze si è intravisto che
solo la meraviglia di fronte all’esistenza dell’altro, di fronte anche alla propria esistenza, potrà essere il modo più giusto e più fecondo per ripartire.
L’abbiamo visto anche nelle opere sociali e nelle aziende dove imprenditori e lavoratori hanno ricominciato con un impegno segnato da una ultima gratitudine. Tante cose che ognuno di noi dava per scontate si sono rilevate nella loro caratteristica più profonda: tutto ci è dato. La meraviglia non è tanto un’emozione passeggera quanto piuttosto una consapevolezza che fa guardare e agire in modo diverso, direi in un modo sempre nuovo.
Sarà un Meeting completamente digitalizzato a causa del Covid-19. Digitalizzare il Meeting potrebbe in qualche modo raffreddarne i contenuti e dunque dargli meno incisività?
È chiaro che sarebbe più bello incontrarsi di persona in Fiera a Rimini, come è accaduto per tutti i precedenti 40 anni del Meeting. Quest’anno la scelta di partecipare a incontri, spettacoli e mostre sarà, in ogni caso, più consapevole. E forse per questo potrebbe avere anche una maggiore incisività. Ci saranno tante piazze in Italia dalle quali si seguiranno insieme gli eventi, evidentemente nel rispetto delle prescrizioni, così come faranno gruppi di amici o di parenti. Migliaia di volontari che quest’anno non potranno essere a Rimini hanno già iniziato in Italia e in altri paesi del mondo a creare e a sostenere queste iniziative, a diffondere il Meeting nel loro ambiente di vita e attraverso i diversi canali del web. Nella lontananza si sta generando una grande vicinanza.
Come nelle precedenti edizioni non mancheranno spazi – questa volta digitali – riservati a mostre, libri, villaggio dei ragazzi, spettacoli. E poi i dibattiti con personalità del mondo della cultura, della finanza e della politica. Tra questi spicca l’incontro del 21 agosto sul tema “Il Parlamento serve ancora?” al quale sono attesi diversi esponenti politici. Quali sono i punti di forza del programma 2020?
Questo programma metterà in luce le tematiche prioritarie che l’attuale momento storico ci presenta: educazione e formazione, la sostenibilità del sistema economico, la riforma dei sistemi sanitari, le sfide dell’Ue, il futuro della democrazia e tanti altri. Partiremo da una domanda cruciale: da dove nascono l’energia, la speranza, la conoscenza per affrontare queste sfide e com’è possibile coinvolgersi responsabilmente in questa epoca di cambiamento? E
cercheremo di riscoprire insieme quanto siano decisive un’attrattiva positiva, una bellezza indistruttibile, una meraviglia appunto, perché l’uomo possa esprimere al meglio i suoi talenti per il bene di tutti.
In questo senso, gli spettacoli e le mostre saranno dunque momenti molto significativi.
Scorrendo il programma pare di capire che le parole chiave – al di là di quelle del tema – saranno, “cura, salute, ripartenza, rigenerazione, abbraccio, incontro, lavoro, finanza, sostenibilità, fiducia…” tutti termini che hanno un chiaro rimando al post-Covid. Troppi riferimenti alla pandemia non rischiano, forse, di togliere spazio alla “meraviglia e al sublime”?
La pandemia ha posto nuove e stringenti domande, ma ancor di più ha accelerato l’urgenza di tante questioni già presenti. Per questo la ripresa rappresenta anche l’occasione di rivedere tante situazioni culturali, sociali, politiche ed economiche, cercando di dare ad esse un’impronta più umana, più orientata al bene comune. In questo senso, i riferimenti alla pandemia non tolgono lo spazio alla meraviglia: siamo noi a poter guardare questi temi a partire dalla meraviglia.
Senza meraviglia, senza stupore, senza un’ultima gratitudine, tutto – dalla cultura all’economia – si riduce al calcolo e al possesso immediato,
cadendo prima o poi in un cinismo che pensa di poter perseguire i propri interessi a prescindere dagli altri.
Cosa vi aspettate da questo Meeting che, forse mai come in questa occasione, ha il sapore della sfida per tutto il movimento…
Ci aspettiamo che il Meeting diventi una grande occasione per riscoprire insieme ciò che conta veramente nella vita e che questa scoperta diventi linfa vitale per una maturazione umana che incida in modo creativo sulla vita culturale, sociale, politica ed economica.
Sono le persone che fanno la storia, e quindi la costruzione della storia, specialmente in momenti di forte cambiamento, dipende da cosa le persone hanno negli occhi e nel cuore.
Quale contributo si propone di dare il Meeting – con la sua storia lunga più di 40 anni – in questo contesto così mutato?
Oltre quello che ho appena detto, vorremmo contribuire a un dialogo più approfondito sui temi decisivi per il nostro futuro, senza ridurre l’inevitabile complessità a due o tre slogan troppo semplificanti, senza le polemiche e la litigiosità che purtroppo stanno caratterizzando sempre di più il dibattito pubblico.
Una democrazia vera ha bisogno di luoghi come questi per poter condividere esperienze interessanti, arricchire la conoscenza, ascoltare testimonianze significative, confrontarsi con giudizi e valutazioni maturate in un impegno serio e responsabile. In questo senso il Meeting è stato ed è tuttora un contributo a una vita democratica più consapevole, alla crescita di una società civile libera e coinvolta nella costruzione del bene comune.
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